La presentazione

Il Genoa è già “Prandelli style”: il mister smorza i toni e predica unità anche con i tifosirisultati

Il nuovo mister non ha perso il suo stile. Perinetti fa autocritica e si prende le responsabilità della situazione

cesare prandelli

Genova. Il primo pensiero è per Ivan Juric: “Lui è stato molto sfortunato e spero in una collocazione degna per la sua professionalità”. Cesare Prandelli si presenta ufficialmente con lo stile che lo contraddistingue: un signore, che ribadisce che, “se vuoi incidere devi abbassare i toni, ma la volta che lo alzi otterrai attenzione”.

L’emozione del nuovo mister è evidente: “Basta vedere i colori sociali e la storia di questa società. Ricordo che quando arrivavo allo stadio qui a Genova, sentivo una pressione pazzesca, spero di poter aiutare questa squadra a trovare la giusta strada, non solo tecnica, ma anche mentale e sono certo che saremo uniti con la nostra gradinata. Ricordo un Genoa-Verona in cui stavamo vincendo 0-2, alla fine del primo tempo ho detto ai miei: la gradinata sta ancora cantando. Alla fine agguantarono il pareggio, il risultato l’ha fatto la gradinata. Se ritroviamo questa sintonia coi nostri tifosi possiamo crescere tutti con grande determinazione. La squadra deve essere generosa”.

Dopo aver parlato singolarmente con il capitano Mimmo Criscito e l’uomo di maggior esperienza, Goran Pandev, il mister è consapevole che per la partita di domani con la Spal non potrà fare grandi rivoluzioni: “I ragazzi hanno bisogno di poche cose, ma chiare, farò solo due cambiamenti, che non dico. Fisicamente, ho avuto modo di vedere i dati, mi sembra una squadra che stia bene, quindi da quel punto di vista non ci sono problemi”. Valutazioni alla luce di quanto la serie A sia cambiata rispetto a quando allenava lui: “È cambiato il calcio, bisogna cercare di non essere dogmatici, troppo rigidi sui sistemi di gioco, ma cercare di valorizzare i capitali che hai, a partire da Piatek, ma anche dai giovani interessanti che abbiamo. Dobbiamo avere buona organizzazione e la capacità, durante la partita, di leggere il momento e saper cambiare”.

Prandelli confida di essere stato contattato anche da altre squadre estere, ma di aver voluto attendere il momento giusto per tornare: “Ho capito che era arrivato dopo la chiamata del presidente al termine della partita di Coppa Italia. Sto già pensando alla partita di domani, dobbiamo essere pronti. La Spal ha cambiato molto rispetto all’anno scorso, cercano gioco e giocano sugli esterni per trovare profondità, non voglio giocatori che vadano fuori tempo. Loro squadra sono una squadra compatta, Lazzari in particolare è da tenere d’occhio”.

Predica normalità Prandelli: “Non dobbiamo improvvisare ed essere sempre squadra, non bisogna risolvere partita da soli. Tutti i giocatori devono essere uniti”.

Mentalmente occorre subito mettere da parte i pensieri negativi, ma anche capire come mai il Genoa, pur segnando spesso, prende sempre gol: “Se è un errore di reparto allora è un discorso di squadra, se è individuale allora bisogna capire perché, magari ci sono giocatori che in area di rigore non hanno la percezione giusta”.

Il direttore generale Giorgio Perinetti lo elogia: “Abbiamo la speranza, anzi, la certezza, che questa collaborazione sarà duratura e producente. Abbiamo voluto affidarci a una persona di esperienza, competenza e sensibilità umana per trovare regolarità e continuità”. Anche lui ringrazia Juric: “Voglio salutare Ivan, ha dimostrato una dedizione encomiabile, spero per lui e per la sua carriera che possa raggiungere risultati più favorevoli per la passione che ci mette”.

Perinetti fa anche autocritica: “Il risultato negativo di giovedì ci ha fatto terminare la competizione a cui tenevamo tanto, non abbiamo dato una buona immagine di noi come squadra, la delusione dei tifosi e il malcontento è normale, anche noi siamo delusi, è normale che si vada a toccare la proprietà. Le decisioni le prendiamo tutti, siamo qui per lavorare, ma anche per assumersi le responsabilità, io per primo. In questo caso non si tratta di metterci solo la faccia, ma tutto. Bisogna fare di più, come squadra abbiamo qualità che non esprimiamo con continuità”.

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