Genova. Piccolo scontro in aula questo pomeriggio in Consiglio comunale, tra il consigliere pentastellato Giordano e il presidente dell’assemblea Piana. Il tutto mentre si parlava in consiglio del ricorso presentato dalla civica amministrazione alla sentenza del Tar che ha stabilito l’iscrizione al registro delle famiglie la coppia omogenitoriale e il loro figlio.
L’interrogazione portata in aula da Giordano, verteva sull’opportunità di aver portato avanti questa scelta, e il parere dell’avvocatura. La risposta dell’assessore Campora, è stata secca: “Su questi temi, come amministratore, tendo a non avere un approccio ideologico ma tecnico. Nella situazione di specie la legge, a oggi, ha delle lacune tanto che gli uffici hanno ritenuto di non poter percorrere la via della registrazione anagrafica. Ci siamo attenuti al principio di buona amministrazione, senza preclusioni di nessun tipo, guardando solo alle norme in essere”.
La replica del consigliere grillino è stata stizzita, tornando a parlare di discriminazione: “Ho letto il parere dell’Avvocatura del Comune che ho qui in mano che non posso divulgare in quanto secretato ma posso tranquillamente affermare che questo reclamo non è fondato ed è manifestamente altamente aleatorio – ha risposto – Questo conferma l’incapacità ad assumervi le vostre responsabilità e che siete convinti di poter ingannare i cittadini con le vostre menzogne. Trovo gravissimo aver mentito a dei cittadini usando pareri secretati, svilendone il contenuto, manipolandolo per i vostri fini ideologici”.
Ma non solo, scatta l’ipotesi di ricorso alla Corte dei Conti: “State spendendo soldi pubblici senza una concreta motivazione che giustifichi la spesa, ricordando che ogni causa costerà circa 8000 euro cad. e almeno una quindicina di famiglie presenteranno istanza al Tribunale per tutelare i loro bimbi e bimbe – ha sottolineato – 120000 euro possono risolvere alcuni problemi nel sociale aiutando i cittadini più bisognosi, e non possono né devono essere investiti per reistere a quella che è la realtà in cui viviamo”.
Da qua la bagarre: mentre Giordano stava parlando, è stato interrotto dal presidente del Consiglio Piana, che lo ha invitato a concludere, in realtà anzi tempo, visto che rimaneva diversi secondi come previsto da regolamento.
Ne è nato un battibecco, beh più lungo di un regolare termine della replica, finito con la chiusura del microfono del consigliere, che infuriato, ha parlato di “aula di burattini”.