Genova. “Per la città di Genova l’importante è il risultato Il più presto possibile, un ponte che non cada più. Poi che lo faccia Giovanni Nicola o Francesca alla città di Genova non credo interessi molto. Interessa molto invece che quel ponte venga pagato da chi l’ha fatto cadere e quindi mi auguro che la soluzione adottata non sia che si paghi di più per avere di meno”. Lo ha detto l’ex ministro dei trasporti Antonio Di Pietro al termine dell’interrogatorio come persona informata sui fatti in merito all’inchiesta sul crollo di Ponte Morandi.
Di Pietro era ministro dei trasporti del governo Prodi all’epoca del rinnovo della concessione ad Aspi anche se oggi ha ribadito: “Non ho firmato io quelle concessioni andate a controllare” ha detto ai cronisti.
Rispetto alla tragedia l’ex pm ha sottolineato come “Ci sono responsabilità politiche, istituzionali e personali. La procura della repubblica si deve occupare delle responsabilità personali – ha detto – e io spero di aver potuto dare il mio contributo”. Per quanto riguarda il ruolo della politica e delle istituzioni Di Pietro ha sottolineato: “che la politica e le istituzioni debbano interrogarsi non più il giorno dopo che succede la tragedia di cosa si potesse fare ma semmai il giorno prima”.
L’ex ministro ha ribadito piu volte di essere “orgoglioso di essere qui, sono convinto di aver fatto qualcosa di utile per le indagini. Ogni tragedia deve avere una sua giustizia”.
“Sono stato oggi sentito come persona informata sui fatti per dare il mio contributo, nei limiti della mia conoscenza – ha detto – in ordine alla possibile ricostruzione di tutto ciò che è avvenuto prima della caduta del ponte. Spero di aver dato un contributo utile per accertare la verità e anche per accertare le responsabilità.
Rispetto al ruolo al Mit “Quel che ho fatto per ogni clausola al Ministero lo ho indicato espressamente consegnando anche la documentazione relativa. Per questo mi sono rimasti in valigia solo i capocolli e le caciotte. Nella valigia ho soltanto un po’ di capocollo e provolone che ho portato dal paese”.