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Carige, nessun piano B dal cda dopo la mossa di Malacalza. Mincione e Reichlin si dimettono

L'astensione del socio più pesante dell'istituto di credito all'assemblea di ieri azzoppa il piano di rafforzamento chiesto dalla Bce. In serata una nota della banca

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Genoa. Il consiglio di amministrazione di Carige “conferma il massimo impegno a tutelare gli interessi dei clienti, degli azionisti e degli stakeholder della banca”. Così si legge in una nota dell’istituto di credito al termine del consiglio di amministrazione straordinario convocato a Genova in questa domenica 23 dicembre dopo l’astensione “shock” del gruppo Malacalza.

Il fatto che Malacalza abbia preferito tirarsi indietro – “prima di ulteriori sacrifici bisogna far luce sulle vicende e sul management passato” – sull’aumento di capitale da 400 milioni, ha comportato la bocciatura del piano di rafforzamento. Il board si è riunito in via straordinaria per capire il da farsi viste le pressioni della Bce rispetto al piano che dovrebbe mettere al sicuro i conti l’impressione, però, è che un piano b non esista ancora.

Il presidente e l’amministratore delegato, Pietro Modiano e Fabio Innocenzi, precisa la nota, riferiranno alle Autorità gli esiti dell’assemblea del 22 dicembre.

Lucrezia Reichlin, vice presidente di Banca Carige, presidente del Comitato nomine e governance, nonché Membro del Comitato rischi e del Comitato remunerazione e Raffaele Mincione si sono dimessi subito dopo l’assemblea di ieri. Lo si legge in una nota. Reichlin, in particolare, “ritiene di non poter più svolgere il suo ruolo, accettato per dare un contributo al risanamento della Banca, con l’impegno e la
convinzione che lo stesso richiede”. Mincione, che ha votato sì al piano, ha preso la decisione “alla luce degli ultimi eventi societari e, in particolare, dell’esito dell’ultima assemblea ordinaria e straordinaria dei soci”. Entrambi erano amministratori non esecutivi, senza deleghe, e per quanto a
conoscenza della società, non risultano titolari di azioni della società stessa e non ha diritto ad indennità o altri benefici conseguenti la cessazione della carica”.

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