Genova. Quattro mesi, ancora, per fornire al ministero spiegazioni su quanto è accaduto a Genova il 14 agosto 2018, e su come sono state gestite le manutenzioni prima.
Questa sarebbe la richiesta arrivata ad Autostrada da parte del Mit, attraverso una lettera, arrivata nella giornata di ieri, come annunciato dalla stessa Aspi: nel testo si fa diretto riferimento alle concessioni in essere, per le quali Roma aspetta un resoconto su condizioni e monitoraggi.
Potrebbe quindi riaprirsi il capitolo sulla revoca delle concessioni che legano le infrastrutture autostradali con Autostrade per l’Italia, che fin dalle prime ore dopo il crollo erano diventate l’oggetto degli strali del governo. La promessa di interromperle arrivò praticamente da tutti gli esponenti dell’esecutivo. Dopo più di quattro mesi, alla fine, nulla è successo.
La lettera, quindi, riattiva un procedimenti complesso, il cui esito ancora non è scritto e forse non prevedibile; sul tavolo, oltre alla “rabbia” del governo, ci sono molte questioni aperte: chi potrebbe sostituire in quel ruolo Aspi? Ci sarebbero da pagare delle penali? Le concessioni sono alla base del progetto Gronda, che in parte è già stato attivato? Nel caso cosa succederebbe? Tutte domande a cui nessun esponente delle amministrazioni ha ancora risposto.
L’ad di Autostrade Castellucci, ha ricordato che l’azienda vuole fare la sua parte per Genova: oggi parte ufficialmente la richiesta di 400 milioni di euro formulata dal commissario per la ricostruzione Marco Bucci. Ecco l’occasione per dimostrarlo.