Protesta

11 gennaio, le 300 famiglie della zona arancione più vicine al ponte Morandi scendono in piazza

Chiedono indennizzi e la possibilità di partecipare all'ideazione del quartiere che nascerà sotto il nuovo viadotto. All'assemblea anche l'assessore Piciocchi

Ponte Morandi gli sfollati entrano nelle case

Genova. E’ stata fissata per la mattina di venerdì 11 gennaio, con un presidio davanti al palazzo del Comune di Genova, in via Garibaldi, la manifestazione dei residenti della zona arancione più vicina ai monconi di ponte Morandi, circa 300 famiglie che subiranno inevitabili disagi per via dei cantieri di demolizione e ricostruzione.

La protesta, organizzata questa sera durante un’assemblea molto partecipata all’interno di un tendone in via Capello, sul lato sud della zona rossa, è legata al fatto che né nella legge di conversione del decreto Genova né nella Finanzaria siano state previste forme di indennizzo. “Abbiamo votato a maggioranza la proposta di manifestare l’11 gennaio con un presidio davanti a palazzo Tursi e se saremo abbastanza anche con un corteo fino agli edifici di prefettura e Regione”, spiega una portavoce del “comitato zona arancione”, Patrizia Bellotti.

All’incontro, oltre ai residenti, una delegazione dei lavoratori licenziati dalla zona rossa e esponenti di associazioni attive sul territorio che hanno già dato la loro adesione. Presente anche l’assessore comunale con delega ai rapporti con la struttura commissariale, Pietro Piciocchi, che a nome del sindaco-commissario Marco Bucci ha invitato il comitato a incontrarlo lunedì 31 dicembre.

Bucci ha più volte, negli ultimi giorni, espresso la volontà di trovare i fondi per ripagare i disagi che queste famiglie dovranno subire. “Accettiamo l’incontro – spiega Bellotti – ma confermiamo la manifestazione, perché non siamo solo interessati ai risarcimenti, ma anche a essere coinvolti nel percorso che definirà il futuro dei quartieri sotto e attorno al nuovo viadotto”.

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