Genova. Dopo la notizia dei sequestri ai beni del presidente Ferrero, in seguito all’accusa di appropriamento indebito anche di soldi della società U.C Sampdoria, arrivano le prime reazioni dei tifosi.
Sulla pagina facebook “Resistenza Blucerchiata”, gruppo facebook da anni in contestazione contro il presidente, l’attacco è molto duro: “Forse solo con un poco di ritardo arriva al pettine il nodo in virtù del quale questa pagina è nata quattro anni fa”. Questo l’esordio, che ricorda l’opposizione di alcuni tifosi all’arrivo del “viperetta”.
“Nulla di sorprendente per un figuro, un “prenditore” il cui curriculum era ahimè noto e ricco di altre e numerose vicende analoghe, alcune delle quali tristemente già note in città come la morosità del Cineplex, e che allarmarono quel triste giorno del giugno 2014 gli animatori di questa pagina, sebben la precedente e virtuosa proprietà assicurasse sui rigidissimi filtri superati dal guitto romano e dal suo avvocato portaborse [o forse è il contrario?]”.
Una contestazione che oggi, alla notizia dell’inchiesta, trova “ragion d’essere” di anni passati a denunciare una situazione che stava sporcando l’immagine del club “ci trattarono come cassandre e ci si faceva notare come Ferrero contribuisse, con le sue porcate, a rendere la Sampdoria più simpatica e visibile in tutta Italia”.
Oltre alla rabbia, però c’è anche la paura: “Ciò che ci allarma ulteriormente è che, dati i tempi dei procedimenti di indagine, quanto emerso è circoscritto a fatti temporalmente limitati e tremiamo all’idea di quante altre belle sorprese potrebbero emergere tra assegni, bonifici e plusvalenze”.
Da qui nasce l’appello a tutta la tifoseria blucerchiata: “L’auspicio è che questa vicenda si chiuda senza danni per la nostra amata Sampdoria, che gli occupanti vadano via in fretta da questa città – conclude il lungo comunicato – e che la tifoseria prenda nettamente posizione creando un clima che delegittimi quei personaggi. Ovviamente senza dimenticarci di chi in questi anni ha sorriso, spalleggiato, difeso, soprattutto senza nemmeno dimenticare chi ha portato qui la famiglia Ferrero”.