Genova. “La nostra emergenza abitativa si può considerare conclusa ma su tutto il resto c’è una quasi totale incertezza, non solo su demolizione e ricostruzione, ma anche sul decreto Genova che continua ad avere delle lacune preoccupanti”, così Franco Ravera, presidente del comitato degli sfollati di ponte Morandi, a tre mesi dal crollo del viadotto esprime il punto di vista di chi ha dovuto lasciare le proprie case.
“A tre mesi dal crollo il decreto non è ancora legge – continua – e noi temiamo che ci siano aspetti che potranno ricadere pesantemente sula figura del sindaco – commissario, stiamo preparando una memoria da consegnare ai parlamentari con cui abbiamo avuto dei contatti per sollevare alcuni punti poco chiari”. Ad esempio, per quanto riguarda i rimborsi legati agli espropri, non si parla di inquilini o dimoranti, ma solo di proprietari e usufruttuari, spiega Ravera.
Il comitato di sfollati attende inoltre che, entro fine mese, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli torni a incontrarli come aveva promesso in occasione del sopralluogo a Certosa all’inizio di ottobre. “Ci aveva promesso tempi certi per la ricostruzione – ricorda Franco Ravera – siamo ancora in attesa”.
Questa sera nuovo incontro con il Comune, come ogni martedì. All’ordine del giorno il secondo turno dei rientri nelle abitazioni, a causa di alcuni problemi logistici legati a maltempo e non solo, e poi la futura gestione delle molte donazioni private arrivate sul conto istituito dal comitato.
Sempre questa sera l’assessore al Bilancio del Comune di Genova Pietro Piciocchi sarà a Certosa per affrontare lo spinoso tema della perimetrazione della “zona arancione”.