Il caso

Ponte Morandi, nebbia sugli indennizzi per gli inquilini non proprietari: “Non esistono sfollati di serie A e serie B”

Hanno ricevuto rassicurazioni, a parole, dalla politica, ma sono preoccupati perché la legge di conversione del decreto Genova continua a non tenerli in considerazione

Sfollati ponte Morandi, le operazioni di recupero dei beni nelle abitazioni

Genova. Hanno ricevuto rassicurazioni, a parole, da tutti, dal sindaco Bucci, dal governatore ligure Toti, dai ministri e dai parlamentari, ma ancora non hanno visto alcun atto concreto che li possa tranquillizzare e chiedono risposte chiare e una tutela economica che sia indicata espressamente per legge.

Sono gli inquilini sfollati di via Porro, ovvero gli abitanti non proprietari degli immobili soggetti a sgombero in seguito al crollo di ponte Morandi, che si sono costituiti in una sorta di comitato nel comitato più ampi degli sfollati, perché la loro posizione è assai incerta. “Questa categoria di persone – spiega un loro portavoce Christian Cossu – famiglie che hanno subito come gli altri il disagio di dover abbandonare le case e le proprie cose, corrono il rischio di essere esclusi da qualsiasi forma di indennizzo”.

Si tratta di una quarantina di famiglie sulle 260 totali (gli altri sono proprietari, residenti o non residenti). Bene, la legge 130/2018 (ex decreto Genova) non cita – infatti – in alcun modo gli inquilini, a qualsiasi titolo, degli immobili in alcuna posta di indennizzo tra il PRIS e l’accelerato sgombero. Tutte le poste di risarcimento sopra citate, unitamente al valore commerciale dell’immobile, sono destinate invece unicamente ai proprietari anche se non residenti al momento del crollo.

“Agli inquilini sfollati non è nemmeno riconosciuto – dice Cossu – l’indennizzo del valore a metro quadro per la mobilia all’interno delle abitazioni che potrebbero state locate prive di arredamento”. Ieri, nel consueto incontro tra gli sfollati, il sindaco Marco Bucci e l’assessore al Bilancio Pietro Piciocchi il tema è tornato all’ordine del giorno ma senza che, ancora, ci fossero delucidazioni. Lunedì prossimo, a Genova, arriveranno alcuni esponenti dell’avvocatura di stato per un incontro pubblico. Si parlerà, più che altro, della cessione delle abitazioni, ma non è escluso che vengano chiesti chiarimenti anche sulla partita degli inquilini.

Gli sfollati non proprietari di via Porro, “al fine di scongiurare l’ennesima ferita a cittadini di Genova, allo scopo di evitare una grave ingiustizia, chiedono una soluzione che consenta loro come agli altri cittadini sfollati di poter essere indennizzati a fronte dello sgombero subito, della delocalizzazione e ricollocazione subita, e poter ricominciare una vita dopo questa immane tragedia che li ha visti inopinatamente coinvolti, non esistono sfollati di serie A e di serie B”.

Nel pomeriggio, la giunta regionale ha inviato un chiarimento sul tema del Pris. “Per i molti comitati di cittadini interessati agli indennizzi degli immobili in Val Polcevera e ai gruppi consiliari che, in maniera impropria, chiamano in causa la legge Pris regionale per i criteri degli indennizzi stessi”.

Con l’approvazione del decreto Genova da parte del governo e del parlamento, è la legge nazionale a stabilire i criteri e la platea degli indennizzati. “La legge Pris regionale – si legge nella nota – deve intendersi totalmente superata e sostituita dalla legge nazionale. Ogni eventuale variazione ai criteri e alla platea degli indennizzi dovrà essere dunque proposta dalle forze politiche al legislatore nazionale e al Governo, che dovrà approvarla modificando la Legge Genova con norma primaria”.

La legge regionale Pris comporta l’individuazione di un soggetto attuatore responsabile degli indennizzi. Nel caso del ponte Morandi, Autostrade per l’Italia, che si era impegnata ad indennizzare gli aventi diritto entro il 15 novembre. L’articolo uno della Legge Genova, estromettendo Autostrade per l’Italia da ogni attività che riguardi il cantiere del ponte, ne ha causato la decadenza anche come soggetto attuatore della legge Pris, configurando, ipso facto, una seconda fattispecie di inapplicabilità dello stesso Pris.

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