Disegni

Nuovo Morandi, due progetti made in Italy puntano a salvare i monconi per un “ponte in 37 settimane”

Questa almeno l'idea dei siciliani Ricciardello, mentre gli emiliani Pizzarotti vogliono prima chiedere ai genovesi cosa pensino di riutilizzare la struttura

"Non solo formaggio", enogastronomia di Millesimo (Redazionale)

Genova. Tra i progetti presentati alla struttura commissariale per la ricostruzione di ponte Morandi, oltre a quello del Codacons, almeno altri due puntano sul riutilizzo dei monconi. Si tratta dei progetti del gruppo Pizzarotti e di Ricciardello Costruzioni. Si tratta di progetti al 100% italiani, sia per l’idea architettonica sia per quella ingegneristica. La differenza principale, strutturalmente, sta nella presenza di stralli, previsti dal progetto della messinese Ricciardello, mentre Pizzarotti utilizzerebbe un sistema di piloni “evitando funi, archi e strutture sospese anche per motivi di opportunità emotiva”, si legge nella presentazione da parte dello studio di architettura Integra, che ha collaborato con la società parmigiana.

Ricciardello promette un’opera “chiavi in mano” in 8 mesi e mezzo (37 settimane), per un importo di 122 milioni di euro. Il riutilizzo di 600 metri di viadotto ancora in piedi eviterebbe le demolizioni.

I piloni sarebbero collocati dove già si trovano, senza realizzare nuove fondazioni sul torrente Polcevera. Il gruppo siciliano ha intenzione di realizzare inoltre una grande area verde, un “parco della memoria” per le 43 vittime, dove oggi si trovano le case degli sfollati.

Anche Pizzarotti vuole mantenere una cadenza delle campate analoga a quelle del viadotto crollato, senza alterare il tessuto urbano esistente. Il progetto però punterebbe, previa consultazione pubblica dei cittadini genovesi, a salvare soltanto i monconi ovest del vecchio Morandi. “Questa soluzione riduce notevolmente i tempi di costruzione oltre ad abbattere drasticamente l’impatto ambientale sulla valle”, spiegano i progettisti.

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