La protesta

New Log, presidio dei lavoratori davanti alle Poste: “Al lavoro per Postel da 22 anni e ora trattati come invisibili”

Dopo decenni di lavoro per lo stesso committente pubblico attraverso varie cooperative dal 31 dicembre 27 lavoratori saranno lasciati a casa

"Non solo formaggio", enogastronomia di Millesimo (Redazionale)

Genova. Emanuele ha quasi 40 anni, da 15 lavora a Multedo nello stabilimento di Postel: “Ho cambiato cinque cooperative – racconta – e ora dal 31 dicembre ci daranno un bel calcio nel sedere”. Roberto di anni ne ha 58 e lavora alla Postel per le varie cooperative che si sono succedute nell’appalto per le cosiddette poste massive dal 1996: “Ho cominciato in pratica quanto hanno aperto lo stabilimento – dice – noi ci consideravamo a tutti gli effetti dipendenti di poste italiane come i lavoratori di Postel. Facevamo lo stesso lavoro. Invece hanno deciso di chiudere uno stabilimento che lavorava moltissimo e non ci hanno nemmeno preso in considerazione”.

Cheik Fofana ha 32 anni, arriva dal Senegal ma alla Postel lavora da 13 anni: “Portano il lavoro a Milano e a Roma e di noi se ne fregano”. Sono tre dei 27 lavoratori della cooperativa New Log che questa mattina hanno fatto un presidio con volantinaggio davanti alla sede delle Poste di via Dante per protestare contro la ristrutturazione della Postel che ha portato alla chiusura dello stabilimento genovese e al conseguente licenziamento .

“Chiediamo la solidarietà della città tutta e dei lavoratori perché la chiusura di una fabbrica e altre nuove espulsioni dal mondo produttivo è un pedaggio che non possiamo più permetterci” dicono i sindacalisti della Cub che si stanno supportando nella mobilitazione. “Il confronto con la Regione per verificare un percorso che porti alla ricollocazione va avanti – spiega Eraldo Mattarocci – ma la mobilitazione non si ferma visto che Postel e Poste italiane si sottraggono a ogni tavolo di confronto. Hanno fatto un accordo senza nemmeno prendere in considerazione questi lavoratori, come fossero invisibili”.

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