Genova. Se ne va senza sbattere la porta, a quanto pare, ma lasciando un consiglio che pesa come un’eredità: “Per partire con il piede giusto con le grandi opere bisognerebbe, d’ora in poi, applicare la nuova legge su Dibattito pubblico”. Così Iolanda Romano, da ieri ex commissario per la realizzazione del terzo valico, scrive in una nota che accompagna le sue dimissioni.
Niente polemiche con il governo o con i M5S, ma la ricerca di nuove sfide. “Lascio una macchina che funziona, che ora può guidare qualcun altro – scrive – questo il senso della mia decisione di dimettermi. Si tratta di una scelta professionale dettata dal desiderio di intraprendere nuove sfide e che è stata condivisa con il ministero”.
“Dopo tre anni sento di aver raggiunto il mio obiettivo – continua Romano, che era stata nominata nel 2015 – che era quello di porre l’accento sul come accompagnare la realizzazione di un’opera esclusivamente nell’interesse pubblico, qualunque fosse il progetto. I metodi applicati, con la grande collaborazione di tutti gli enti, basati su partecipazione, ascolto del territorio, mediazione dei conflitti e trasparenza, hanno dimostrato di funzionare, anche alla scala di una grande infrastruttura”.
Nessuna polemica quindi, anche se la tempistica delle dimissioni – ad appena due giorni dall’addio del commissario di Cociv Marco Rettighieri – qualche dubbio lo sollevano.
Secondo la politica ligure, dal governatore Toti al sottosegretario Rixi, la grande opera non è in pericolo. Si tratta solo di attendere se lo studio sui costi-benefici messo in atto dalla componente pentastellata del governo farà alzare o no la bandierina verde per la prosecuzione dei lavori.
Tra pochi giorni, promette il Mit, sarà nominato un sostituto della Romano.