Genova. “Oggi in oltre 30 città in Italia c’erano manifestazioni per il diritto allo studio. A Genova abbiamo scelto di allargare i confini e di parlare degli e con gli studenti che vengono da Paesi in cui questo diritto non c’è o è comunque molto limitato rispetto al nostro”. Silvia Calosso, studentessa del liceo Barabino spiega così la scelta degli studenti genovesi di indire questa mattina un’assemblea pubblica sul diritto allo studio.
All’assemblea indetta dal coordinamento hanno partecipato circa centocinquanta studenti tra rappresentanti di quindici scuole genovesi studenti universitari e docenti. “E’ un tema ovviamente molto sentito – spiega – e che ci ha consentito di confrontarci con studenti che arrivano dall’Etiopia, dal Brasile, dall’Albania, dal Marocco, abbiamo parlato della situazione degli studenti che non possono andare a scuola perché le loro scuole sono sotto le macerie come in Siria o che rischiano la vita o il carcere per un diritto che per noi è acquisito”. Un approccio globale quindi al diritto allo studio “perché i dati più recenti dicono che in Italia gli studenti stranieri sono 126 mila, il 9,4% del totale degli studenti e che provengono da 200 Paesi”.
Nell’assemblea si è parlato a lungo del riarmo “con un investimento di 1800 miliardi di dollari e che avviene proprio dei Paesi che regalano diritti come cioccolata e dall’altro finaziano le guerre”.
Il coordinamento era nato il 9 febbraio di quest’anno portando per le strade di Genova oltre 2 mila studenti in un corteo antirazzista organizzato dalle scuole genovesi.