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Caso Habanero, Non Una Di Meno: “E’ il #wetoogether che dà forza alle donne. In troppi non hanno voluto ascoltare”

"Non solo formaggio", enogastronomia di Millesimo (Redazionale)

Genova. Dal #metoo al #wetoogether. Lo dice da tempo il collettivo Non Una Di Meno e lo dice ancora più forte a proposito della brutta vicenda esplosa sui social e poi sui media che vede protagonista Emanuele Podestà, alias Habanero. “Accusato da molte e molti di abusi, molestie, violenze e stalking, è diventato oggetto di dibattito pubblico SOLO dopo la rinuncia, motivata pubblicamente, di Federico Fiumani, a partecipare al Supernova festival, avvisato, al pari di moltissimi/e altri/e colleghi/e, delle vicende violente che riguardano Podestà – scrive Non Una Di Meno” che ricorda come molte donne abbiamo parlato, magari con amici, magari con chi a questo personaggio dava spazi per organizzare eventi o concerti. “L’hanno detto, ma non sono state ascoltate. Sappiamo benissimo cosa significhi raccontare di aver subito molestia, violenza, prevaricazione o stalking e non essere accolte quando lo si racconta, anzi essere sminuite, veder minimizzato quello che di orrendo ti è capitato e non essere credute oppure ignorate. Se a questo si somma il potere che, in certi ambienti, ha il personaggio in questione, possiamo condividere la paura e la nausea di molte che hanno preferito tacere” scrivono centrando perfettamente il nocciolo della questione.

“Anche perché chi ha parlato pubblicamente, come Kants Exhibition, mesi fa su fb è andata incontro all’oblio, oltre a conseguenze legali per aver avuto il coraggio di dire la verità. Non ci stupiamo di nulla e non pensiamo d’essere migliori di nessuno ma sappiamo quale sia la forza e l’importanza del #metoo e altrettanto siamo consapevoli che per non rimanere sole ad affrontare le conseguenze della propria presa di parola contro la violenza occorre il #wetoogether: la forza di autotutelarci restando le une al fianco delle altre”.

Poi l’invito a non far tornare tutto nel dimenticatoio appena calerà il clamore social: “Mettiamo da subito a disposizione tutti i nostri canali social e i nostri spazi di discussione per accogliere le testimonianze di tutte/i, che siano legate a questa vicenda o che siano legate ad altre situazioni tristemente simili (nonunadimenogenova@gmail.com). Questa è l’ennesima occasione per ricordare che di queste cose non si parla mai, si insabbiano. Vorrebbero farci credere che a tutto questo dovremmo far l’abitudine, come sembrerebbe pretendere chi sapeva, da tempo, e si è girato dall’altra parte. Chi poteva isolare e mettere in difficoltà il violento ha invece preferito sminuire e non credere a chi la violenza l’ha subita e raccontata. Era più comodo non pensarci troppo e andare comunque a sentire il concerto, passarsi la serata. Succede in ogni ambiente, dalla famiglia ai luoghi di lavoro, dai mezzi pubblici ai locali dove si fa musica, succede ovunque e ovunque si guarda da un’altra parte, pretendendo che noi si stia zitte”.

Rispetto al caso specifico l’invito è chiaro: “Invitiamo tutte/i quelle/i che hanno già acquistato un biglietto per i prossimi eventi organizzati da Podestà di richiederne il rimborso, di non partecipare alle future iniziative, e a chi ha fatto finta di niente, continuando a suonare per lui, lavorare con lui, salvo poi saltar giù dalla nave che affonda, salvando faccia e incasso diciamo: basta scuse”.

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