Genova. Utilizzare, anziché demolire, ciò che resta di Ponte Morandi, ma utilizzarlo per creare un nuovo viadotto che consenta ai cittadini di Genova di tornare ad utilizzare in tempi brevi il collegamento.
E’ la proposta dei periti tecnici nominati dal Codacons, parte offesa nel procedimento sul crollo. L’abbattimento integrale del viadotto, secondo il Codacons, è un’operazione “estremamente complicata che richiede tempi tecnici non indifferenti. Questo perché si tratta di quasi 700 metri di infrastruttura ancora intatta, che incombono su abitazioni e locali vari e la cui demolizione può determinare danni per il territorio circostante. Allo stato attuale – dicono i periti – la soluzione che appare preferibile sia in termini di tempistica che di difficoltà tecnica, è sfruttare la parte di ponte rimasta in piedi sottoponendola a interventi di miglioramento strutturale, e ricostruendo ex novo solo la parte di viadotto crollata, in modo da ricongiungere le due parti della città”.
Su tale proposta il Codacons ha lanciato un referendum web sul sito www.codacons.it per coinvolgere la popolazione locale. Proprio in relazione ai tempi della ricostruzione, una possibile soluzione proposta dal Codacons è affidare i lavori ad Autostrade per l’Italia ricorrendo al commissariamento della tratta di autostrada in base al Dl 90/2014, lavori che sarebbero quindi eseguiti sotto il rigido controllo del Commissario nominato dal Governo, in modo da evitare il rischio di ricorsi in tribunale e che la ricostruzione passi per una gara europea, circostanza che porterebbe il nuovo ponte ad essere concluso tra decenni.