Genova. Il procuratore Francesco Cozzi ha convocato Valentina Grasso Floris, coordinatrice del comitato spontaneo CampiVive nel pomeriggio del 12 ottobre, dopo la lettera di richiesta di chiarimenti sulla mancata riapertura di corso Perrone.
CampiVive è nato subito dopo il crollo del ponte Morandi per non far spegnere i riflettori sulla zona arancione, dove lavorano circa 8 mila persone, duramente colpita dalla riduzione degli accessi veicolari a causa della chiusura di alcune vie fondamentali come appunto corso Perrone.
Il comitato da giorni monitora gli accessi sotto il moncone Ovest da parte di mezzi Amiu o di alcune attività della zona e aveva deciso di scrivere una lettera ufficiale al procuratore, titolare dell’inchiesta sul crollo: “Durante gli incontri con gli assessori Balleari e Vinacci – scrive Grasso Floris – hanno indicato nella procura di Genova la responsabile dell’impedimento al traffico. Ai due assessori veniva reso noto come decine di veicoli transitino quotidianamente sotto le pile 3 e 4 del troncone Ovest e come fosse difficile comprendere perché alcuni soggetti possono essere definiti “morituri” (i conducenti e gli occupanti dei veicoli), mentre ai dipendenti dell’area Campi viene impedito il transito con il conseguente disagio consistente in ore di traffico su Borzoli/Coronata o A7 Bolzaneto/Genova Ovest, oltre al danno esistenziale sui residenti di Borzoli e Fegino, costretti a respirare ciò che gli agenti della polizia municipale hanno ampiamente lamentato”.
Il comitato cita anche le dichiarazioni dei tecnici Gabriele Camomilla, Francesco Pisani e Enzo Siviero, che hanno dichiarato il troncone Ovest come “intatto”.