Genova. Un grande striscione con disegnato i mattoni, come se fosse un muro, è stato sollevato dalle mani dei manifestanti davanti alla fontana di piazza De Ferrari. Per mostrare ai genovesi cosa significa vivere al di là del ponte: “Tutti dietro il muro, facciamogli vedere cosa significa!”. Poi un nastro bianco e rosso, come quelli che transennano le strade, tirato attorno alla fontana, a simboleggiare le limitazioni quotidiane di chi vive nella zona rossa. Lo hanno steso gli abitanti e i commercianti della Valpolcevera quando il corteo di questa mattina, partito alle 9e30 da Caricamento, ha raggiunto la sede della Regione Liguria.
Qui una delegazione ha incontrato il sindaco Marco Bucci e il governatore Giovanni Toti. “30 giugno è una strada non una data” ha intonato il corteo salendo per via San Lorenzo con riferimento alla via sulla sponda destra del Polcevera che, per prima, dovrebbe essere riaperta. “Da quando l’autorità giudiziaria darà il via libera – dice Emilio Rizzo del comitato Oltre il ponte – vogliamo tempi certi per la riapertura quantomeno di via 30 giugno”.
Per tutto il percorso il corteo, che poi si è spostato sotto la prefettura, ha continuato a cantare lo slogan della manifestazione “Bucci aprici le strade” e dalle casse risuona la canzone dei Pink Floyd “The Wall”. Durante il presidio in Largo Eros Lanfranco un momento di commozione: una ragazza, cameriera di “Fokaccia”, ha portato due vassoi di focaccia, andando via in lacrime.
“E’ un momento difficile, il commercio per il momento resiste ma non potrà farlo a lungo per questo è fondamentale che le strade vengano riaperte al più presto” racconta Mauro Puppo che ha un negozio do giocattoli in via Canepari. “La gente è nervosa perché ogni mattina deve fare lunghe code e non ne può più” spiega il commerciante che regge lo striscione di apertura del corteo “Liberate la Valpolcevera”.
“Non ce la facciamo più – ribadisce Salvuccio Puppo, parrucchiere, anche lui in zona arancione – siamo tagliati in due e isolati dal mondo. Spero che arrivino delle misure a nostro sostegno ma la questione più urgente e riaprire le strade
C’è anche il comitato di sfollati di ponte Morandi in corteo a Genova per la prima manifestazione di protesta dal 14 agosto. “Anche noi – spiega il presidente Franco Ravera – questa mattina siamo qui per chiedere soprattutto la riapertura delle strade, c’è una comunità di 50 mila abitanti, quella della Valpolcevera, senza contare quelli dell’entroterra che non possono più sopportare un certo immobilismo nelle decisioni, le istituzioni hanno fatto il possibile, hanno attivato mezzi pubblici, sono state fatte ripartire le linee ferroviarie ma non basta, ci vogliono più risorse e assunzioni di personale come autisti e agenti della municipale”.
Una delegazione degli organizzatori del corteo è stata ricevuta dai commissari all’emergenza e alla ricostruzione, il governatore ligure Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci, mentre un gruppo di sfollati, alle 13, ha incontrato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “Oggi il tema non siamo noi, ma le problematiche di mezza città, ho visto in piazza molte persone – continua Ravera – che non abitano in Valpolcevera e questo mi ha fatto piacere, significa che c’è solidarietà”.
“L’incontro è andato bene, hanno riconosciuto che il documento era perfettamente concorde con quanto vissuto dalla Prefettura stessa in questi 50 giorni. Sono preoccupati come noi e hanno ben chiare le nostre istanze”. A dirlo alle persone che attendevano in piazza, dietro gli striscioni, Andrea Brina: sarà la Prefettura stessa a inviare il documento alla Presidenza de consiglio, senza modifiche.
Tra i punti più urgenti ci sono “lavoro strade e Sanità”, che sono state le parole d’ordine che hanno contrassegnato il corteo partito questa mattina da palazzo San Giorgio. A parlare, al termine dell’incontro, anche il Presidente del Municipio, Federico Romeo, che domani sarà a Roma per parlare alla commissione Trasporti e Ambiente della Camera dei Deputati