Genova. “La pazienza è finita e oltre il ponte c’è la Valpolcevera che manifesta”. E’ questo lo slogan che anima la protesta che lunedì mattina porterà in piazza gli abitanti e i commercianti della Valpolcevera.
L’appuntamento è alle 9 all’uscita della metropolitana davanti a palazzo San Giorgio a Caricamento per marciare fino alla Regione in piazza De Ferrari e da lì poi fino alla Prefettura.
“L’idea della manifestazione è stata spontaneamente in diversi incontri che si sono tenuti in queste settimane – spiega Alessandro Tanda, sindacalista e abitante di Certosa – perché a oltre un mese dal crollo notiamo come i media specie quelli nazionali parlino soprattutto del ponte, del commissario o della situazione degli sfollati, temi sacrosanti ovviamente, ma ci si dimentica un po’ come tutta la Valpolcevera sia al momento separata dal resto della città come se avesse davanti un muro”.
Nella piattaforma del corteo si chiedono tre cose: la riapertura delle strade di sponda (almeno via 30 giugno e via Perlasca), la difesa dei posti di lavoro “contro un decreto che non considera le piccole e grandi imprese della Vallata e il potenziamento dei servizi sanitari per una valle che già fortemente penalizzata e depotenziata ora si trova in difficoltà anche a raggiungere ospedali e ambulatori.
“E non ci vengano a parlare dell’ospedale degli Erzelli – dice Tanda – che già per noi è una scelta sbagliata, ma il problema lo abbiamo qui ed ora, così come abbiamo aziende che hanno visto salire alle stelle i costi del carburante, altre che fatturano pochissimo, lavoratori che arrivano in ritardo con le strade intasate. E ricordiamo anche che per noi la Valpolcevera non finisce a Pontedecimo”
Dietro infatti, da Serra Riccò a Ceranesi a tutta la Val Verde, c’è una comunità di persone che, quasi nella totale invisibilità, sta patendo i disagi maggiori.
“Capisco chi ha deciso di protestare – ha commentato il sindaco di Genova Marco Bucci che due giorni fa a Certosa aveva incontrato una delegazione di commercianti e abitanti – anche per me è importante poter mandare un segnale. Io cerco di farlo attraverso i canali giusti e mi auguro che per l’8 alcune cose siano risolte e che ci siano buone notizie”.
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