I dati

Imprese in Liguria, aumentano quelle in rosa e under35, cresce l’export

Grasso: "Fotografia in chiaroscuro in cui eccellenze e vivacità imprenditoriali devono fare i conti con i molti ostacoli allo sviluppo"

Lavoratore fabbrica

Genova. 119.463 microimprese in Liguria, in crescita rispetto alle circa 118 mila di un anno fa. Rappresentano il 96,3% di tutte le imprese nella nostra regione. L’analisi territoriale dell’Ufficio studi Confartigianato (dati al 29 luglio 2018, fonti Unioncamere-Infocamere-Excelsior, Istat, Mef, Banca d’Italia), scatta un’istantanea sull’economia della Liguria, snocciolandone tutti i principali numeri.

Genova conta la maggior parte di microimprese della regione (64.202), seguita da Savona (23.309), Imperia (16.301) e La Spezia (15.651). Stessa classifica per le imprese artigiane, in totale 43.929 nella nostra regione (erano 44.363 un anno fa, -0,9%): Genova ne conta 22.612, Savona 8.915. A Imperia sono attive 7.147 realtà, alla Spezia 5.255.

Scendendo ancor più in dettaglio, si contano 6.619 imprese artigiane femminili, in crescita dello 0,6% rispetto alle 6.576 di un anno fa: 3.204 sono attive a Genova, 1.354 a Savona, 1.053 a Imperia e 1.008 alla Spezia. Sono 4.682 quelle giovanili, in calo di circa il 4% rispetto al 2017 (erano quasi 4.900) così distribuite: sono 2.261 le genovesi, 1.012 quelle savonesi, 865 a Imperia e 544 alla Spezia. In deciso aumento le realtà artigiane straniere: sono 8.725 in Liguria, la maggior parte attive a Genova (4.424), seguite da quelle di Imperia (1.739) e Savona (1.710) e infine La Spezia (852). Erano 8.539 un anno fa, la crescita è stata all’incirca del 2%.

Per quello che riguarda gli occupati, nel settore artigiano sono 74.294, complessivamente in linea con il dato del 2017 e così suddivisi sul territorio: 38.285 in provincia di Genova, 14.920 a Savona, 10.950 a Imperia e 10.139 nello spezzino. Il valore aggiunto dell’artigianato ligure è aumentato rispetto a un anno fa (quando si attestava sui 3,9 miliardi di euro), superando di poco i 4 miliardi, il 9,5% di quello nazionale. Il maggiore apporto viene dato da Genova (2,12 miliardi). Cresce anche la propensione all’export, che passa dal 15,9% al 17%. Le esportazioni manifatturiere superano i 7,3 miliardi di euro, contro i 6,7 miliardi registrati a fine 2016.

Guardando anche il contesto economico e burocratico in cui lavorano le micro e piccole imprese della regione, dall’analisi sul credito emerge che i finanziamenti bancari alle imprese liguri con meno di 20 addetti ammontano a 3 miliardi di euro, pressoché in linea con il dato registrato un anno fa. Sono così distribuiti tra le province: 1,3 miliardi a Genova, 836 milioni a Savona, 513 nell’imperiese e 372 nello spezzino. Circa 15,76 miliardi di euro lo stock di credito erogato al totale delle imprese liguri, in leggero calo rispetto al 2017. Diminuisce anche il tasso di interesse a breve applicato in media alle imprese liguri, che passa dal 3,76% al 3,29%. Soffermandoci anche su qualche numero della burocrazia, l’attenzione cade sull’aumento dei tempi per i contenziosi tributari in Liguria, che passano dai 1.340 ai 1.384 giorni (la media nazionale è di 1.516 giornate). I procedimenti civili durano in media 1.027 giorni, contro i 1.311 di media italiana.

«Dal rapporto emerge la grande vitalità di quel tessuto produttivo fatto di micro e piccole imprese che, oltre a custodire i valori della nostra tradizione manifatturiera, dimostrano ancora una volta di avere una forte valenza sull’intera economia regionale – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Tale vivacità è però costretta a fare ancora i conti con troppi ostacoli, a partire dalla burocrazia oppressiva e macchinosa fino ad arrivare alle difficoltà di accesso al credito. Ne scaturisce dunque una fotografia in chiaroscuro, in cui accanto alle molte eccellenze regionali, convivono ritardi e inefficienze di un Paese non sempre ospitale per chi vuole mettere a frutto idee e creatività».

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