Genova. “Abbiamo chiesto a Di Maio dopo il collegio di vigilanza di Ilva sulla accordo di Cornigliano che ci riunisca al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere su tutto l’aiuto che gli enti locali possono dare nell’ambito di quell’accordo compreso il contributo che può dare la società di Cornigliano che però al momento non ha né gli strumenti giuridici né quelli economici per poter intervenire. Mi auguro che il ministro Di Maio ci convochi al più presto per aprire un ragionamento”. Così il governatore ligure Giovanni Toti a proposito del silenzio del governo rispetto alla convocazione di un tavolo sull’accordo di programma di Genova che è una delle ragioni che probabilmente riporterà in piazza l’Ilva lunedì mattina.
A proposito della protesta lanciata dalla Fiom Toti però chiede “senso di responsabilità da parte di tutti come c’è stato fino adesso”.
Per il governatore “Questa città al momento non ha bisogno di scioperi né di blocchi del traffico. Tutti gli operai che oggi lavorano ad Ilva nell’accordo firmato il 6 settembre al Ministero hanno garanzia di avere un posto di lavoro. Resta aperta la struttura commissariale e abbiamo dato a garanzia come enti locali di essere a disposizione come ulteriore paracadute con la società per Cornigliano. È evidente che la strada maestra è quella della piena occupazione di tutti gli operai attualmente sotto la gestione commissariale all’interno del gruppo Mittal. Ove questo non accadesse per i prossimi anni continuerà a restare aperte alla gestione commissariale” ha ricordato Toti.
Infine per il governatore “c’è anche la società per Cornigliano che può essere un ulteriore strumento di garanzia. Di tutto questo possiamo parlare nelle settimane e nei mesi a venire ma al momento abbiamo rinnovato la cassa integrazione, abbiamo rinnovato i contributi legati ai lavori di pubblica utilità, nessuna persona che lavora in Ilva rischia un posto di lavoro o perde un euro, Anzi al contrario si aprono nuove opportunità. Non mi sembra il caso di riscaldare il clima oltre misura è in una città che non ne ha bisogno”.