Il 7 novembre

Ilva, arriva il tavolo al Mise per scongiurare il corteo. La Fiom: “Aspettiamo lettera”

Oggi anche Landini è arrivato per sostenere i lavoratori di Genova. L'annuncio in serata del presidente Toti

torrente sturla vegetazione e vipera

Genova. “Il tavolo Genova sull’accordo di programma è convocato al Ministero per il 7 novembre alle ore 10”. Arriva intorno alle 20 dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti la notizia attesa per tutto il giorno tanto dalle istituzioni locali quanto dalla stessa Fiom.

Il tavolo in questione è quello chiesto dai sindacati e in particolare dai metalmeccanici della Cgil per discutere il futuro e le garanzie dei lavoratori che resteranno fuori dalla nuova Ilva targata Arcelor Mittal: si tratta di 474 lavoratori mentre altri mille, a cui oggi sono arrivate le lettere di distacco, saranno assunti direttament. “E’ tutto il giorno che si parla di una convocazione in arrivo -tuona il segretario della Fiom Bruno Manganaro – ma per me quello che vale è il testo scritto, non gli annunci e le promesse”. Manganaro risponde anche alle critiche che potrebbero arrivare per un corteo in una città che già sta subendo disagi e che viene da una giornata di allerta rossa: “Noi abbiamo sempre rispettato Genova. Le ragioni per fare lo sciopero c’erano anche un mese fa e abbiamo evitato , ma per difendere l’occupazione in città oltre a quella degli stessi lavoratori dell’Ilva dovremo tornare in piazza perché il governo ci sta prendendo in giro”.

Se la lettera formale di convocazione arriverà entro stanotte il corteo sarà scongiurato: in caso contrario domattina i lavoratori dallo stabilimento di Cornigliano si muoveranno verso il centro città fino in Prefettura.

Nel pomeriggio a sostenere i lavoratori della Fiom è arrivato anche il segretario della Cgil ed ex segretario generale della Fiom Maurizio Landini: “Qualsiasi decisione prenderete se entro stasera non arriverà la convocazione sarà condivisa dalla Cgil” aveva detto Landini che ha anche ribadito che “l’accordo di programma è un punto che deve essere difeso” e che nel tavolo al Mise andranno affrontati anche temi legati alla sicurezza: “Il punto sono sia gli investimenti e sia la sicurezza – ha detto – perché se oggi lavorano 1059 persone e da domani viene chiesto di fare lo stesso lavoro con 1000 è ovvio che c’è qualcosa che non torna”. Diversa la posizione di Fim e Uilm che hanno attaccato la Fiom parlando di “scelta sbagliata” rispetto allo sciopero e di “antagonismo tout court”.

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