In piazza

Crollo ponte Morandi, in piazza per “riprenderci Genova e il futuro”

La manifestazione, civica e dal basso, arriverà in piazza De Ferrari

Genova. E’ stato il comitato degli sfollati di ponte Morandi ad aprire con il proprio striscione la manifestazione Riprendiamoci Genova organizzata dall’omonima associazione insieme ad Emergente e a Che l’Inse.

“Ogni manifestazione che ricorda la tragedia del ponte ci vedrà in piazza – dice Ennio Guerci del Comitato degli sfollati – perché noi siamo parte della ferita, anzi una delle parti più significative”. Dopo la prima parte del corteo gli sfollati si sono spostati al teatro della Gioventù per l’assemblea pubblica con il sindaco-commissario Marco Bucci.

In piazza della Vittoria si sono radunate oltre mille persone: come chiesto dagli organizzatori nessuna bandiera se non quella di San Giorgio simbolo della città. Molti genovesi indossano la maglietta ‘genova nel cuore’.
In piazza tra gli altri anche una delegazione del comitato ‘Oltre il ponte’ che ha organizzato la manifestazione di lunedì.

“Genova, Genova” urla compatto il corteo che sfila per via XX settembre e chiede a gran voce il ponte. “Vogliamo il ponte” intonano i circa 1500 manifestanti e poi “Beppe Conte caccia le palanche”, che in genovese significa ‘ i soldi. Le fila del corteo sono separate da striscioni bianchi e rossi che riprendono i colori della bandiera di San Giorgio.

“Siamo una città che non chiede altro che futuro – dicono gli organizzatori quanto il corteo arriva in piazza De Ferrari – Se c’è un mondo per onorare le vittime del ponte è quello di fare tesoro delle energie che si sono risvegliate quel 14 agosto e recuperare il tempo perso in questi anni”.

Al di là della necessità di “recuperare lo spirito di comunità” la manifestazione propone anche istanze concrete: “Chiediamo che almeno una parte della ricchezza generata dal traffico del porto rimanga alle istituzioni genovesi, come avviene a Marsiglia, a Barcellona, ad Amburgo- spiega Andrea Acquarone dell’associazione Che l’Inse – Non è giusto che Genova sopporti il peso di questo traffico, e non le resti niente. È una questione di giustizia; è una questione vitale: almeno il 10% dell’IVA generata dai traffici del porto deve rimanere alle istituzioni genovesi. Non possiamo più aspettare”. In secondo luogo “chiediamo un grande progetto strategico di trasformazione urbana – aggiunge Camilla Ponzano di Riprendiamoci Genova – che veda la collaborazione delle istituzioni e della società civile, che vada al di là di un ciclo amministrativo a guardi davvero al futuro”.

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