Genova. Nei corridoi di palazzo Tursi, persone molto vicine al sindaco, pensano che questa potrebbe essere l’ennesima trappola. Sia nel caso Marco Bucci fosse davvero nominato commissario per la ricostruzione, sia se non lo fosse. E non a caso il diretto interessato preferisce essere cauto. “Le voci girano, sono stati fatti e bruciati tanti nomi, non vorrei si bruciasse anche il mio così”. Il riferimento è al calo delle quotazioni del manager genovese Claudio Gemme, inviso ai Cinquestelle per il conflitto d’interesse legato alla casa di proprietà della madre, “sfollata” di via Porro.
Ma Bucci ribadisce di non sapere “assolutamente nulla” della possibile nomina. “Se sono io, che me lo dicano”. Messo di fronte all’ipotesi, immagina: “L’ho sempre affermato, io sono al servizio della città, ma una cosa sia chiara, non potrei lavorare con il decreto così com’è scritto”. Ed ecco perché sarebbe una trappola. O quanto meno una mossa strategica non da poco da parte di Roma.
Nominando Bucci il governo pentastellato supererebbe un’impasse operativa, politica e di immagine non da poco. Da un lato soddisfacendo le richieste delle istituzioni locali, che da subito avevano auspicato che il commissario fosse un esponente del territorio – Toti o Bucci appunto – dall’altro annientando parzialmente le rimostranze degli stessi presidente di Regione e sindaco sulle lacune del decreto e sulle azioni di governo. Il decreto, anche se sarà modificato probabilmente (almeno in parte) in sede di discussione in parlamento, resta tale. L’impianto complessivo anche. Ed è sulla base di quello che il commissario, Bucci o chi per lui, si dovrebbe muovere cercando di trovare tutte le possibili e percorribili soluzioni.
Se le cose a Genova non dovessero andare lisce, in tema di tempistiche per la ricostruzione, risarcimenti, indennizzi, supporto all’economia, non sarà più il governo a ricevere – da soli – gli strali di istituzioni e cittadini, ma anche i due commissari – per emergenza e ricostruzione – Toti e Bucci, appunto. Un esito che né al sindaco né tantomeno al governatore ligure piacerebbe, naturalmente.