Genova. Igor Magni è il nuovo Segretario Generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Genova. Lo ha deciso questo pomeriggio l’assemblea generale della Cgil di Genova nell’ambito del VII Congresso. Magni subentra a Ivano Bosco che lascia l’incarico dopo 8 anni di mandato. Classe 1971, Magni , ha cominciato la carriera sindacale nel 2005 come delegato Filcams di cui diventa segretario nel 2013. Nel 2016 viene eletto nella segreteria regionale.
Le discorso che ha preceduto l’elezione Magni, come già aveva fatto ieri Ivano Bosco è partito dalla tragedia di ponte Morandi per soffermarsi poi sulle ripercussioni sul mondo del lavoro: “Segnali preoccupanti arrivano dalle imprese situate nelle Valpolcevera, alcune delle quali hanno deciso di chiudere, e dal calo tra il -20 e il -30% che investe i grandi gruppi nell’area commerciale di Campi, dati che monitoriamo con grande attenzione, come quelli di altre zone della città in tutti i settori e che potrebbero aggravare l’attuale situazione” ha detto.
Secondo il neo segretario “Bisogna affrontare le attuali possibili emergenze lavorative con strumenti straordinari, visto la mancanza strutturale di ammortizzatori sociali, dei quali da tempo la CGIL chiede un riordino, che porti a strumenti universali, inclusivi e, appunto, strutturali, visto che non solo non sono stati allargati alle categorie che non potevano usufruirne ma sono stati di fatto azzerati”. Magni si è espresso in maniera preoccupata sul decreto Genova dato che, a quanto pare, “il Governo introdurrà la cassa ma in misura ridotta rispetto alle aspettative continuando questo gioco delle tre carte, degli annunci social e delle promesse non mantenute, spostando le risorse da un voce all’altra sulla pelle della città e dei lavoratori che invece ogni giorno si devono confrontare con la vita reale. E se così sarà, se le misure del decreto saranno insufficienti, sapremo manifestare tutta nostra contrarietà nell’interesse di tutta la città e dei lavoratori”.
Magni ha parlato delle principali vertenze lavorative a cominciare dall’Ilva, della necessità di “completare le infrastrutture di connessione al nord Italia ma soprattutto all’Europa” senza più “ritardi nelle opere cantierate o programmate a partire dal nodo ferroviario di Brignole in grave ritardo e in situazione di stallo”. Infine della Cgil stessa: “Sapremo guardare al futuro ma con salde e solide radici nel nostro passato mutuando il meglio di quanto la nostra CGIL ha saputo fare negli anni riguardo alle conquiste sociali e del lavoro. Sapremo mantenere la centralità della nostra organizzazione, cercando nelle relazioni con CISL e UIL di affermare il valore dell’unitarietà”.