Genova. Nel febbraio scorso i carabinieri del Noe avevano sequestrato nella zona di Fabbriche, a Voltri, tre forni fusori e l’impianto di abbattimento dei fumi della società genovese S. Erasmo Zinkal, fonderia di fusione di metalli che produce pani di zinco .
L’accusa era quella di traffico internazionale di rifiuti pericolosi contenenti diossina, e nel mirino della procura era finito anche un dirigente della città metropolitana, che aveva mantenuto il silenzio sui traffici dell’azienda facilitando lo smaltimento di rifiuti pericolosi all’estero.
Oggi, su indicazione della procura, i carabinieri hanno notificato agli indagati l’atto di chiusura delle indagini preliminari.
Le indagini erano iniziate per via di un controllo di Arpal alla società, controlli che avevano rilevato valori di diossine non dichiarati e pericolosi, Questo consentiva all’azienda voltrese di evitare i costi di smaltimento e di trarre, in aggiunta, ingiusti profitti dalla vendita di tali materiali.
E’ stato, dunque, verificato ed accertato che centinaia di tonnellate di detti rifiuti sono stati avviati a recupero presso impianti dell’Unione Europea e di paesi extra europei, in violazione dei regolamenti in materia. Tale condotta è stata agevolata dal dirigente del settore ambiente della città metropolitana di Genova il quale, pur a conoscenza della natura dei rifiuti, ha consentito con autorizzazione integrata ambientale la gestione dei rifiuti illecitamente classificati e, anche di fronte alle evidenze analitiche circa il contenuto di diossine, non ha adottato i necessari provvedimenti amministrativi.
Nel complesso sono state indagate 6 persone e attribuita la responsabilità amministrativa all’ente.
Nel corso dell’indagine, durata circa un anno e condotta sia con metodologia tradizionale che con attività tecnica, sono stati sequestrati preventivamente sia i forni della società, successivamente restituiti, che l’illecito profitto conseguito dal 2013 al 2018 ammontante a circa 3 milioni di euro.