Tre mesi

Taser, a Genova partita la sperimentazione di due ‘pistole elettriche’. La Questura: “Arma da usare solo come extrema ratio”

L'auspicio è che l'efficacia dissuasiva consista anche nel solo mostrarla

torrente sturla vegetazione e vipera

Genova. Genova. Sono due i ‘taser, in dotazione da oggi alle volanti della Questura di Genova e potranno essere utilizzate in questa fase di sperimentazione soltanto da 10 poliziotti che ha svolto uno specifico corso di formazione. Genova è stata inserita nella sperimentazione delle pistole elettriche, che coinvolge in tutto 12 città, dopo la morte avvenuta nel mese di giugno di Jefferson Tomalà, il 20enne ucciso da un poliziotto dopo che il giovane aveva ferito con un coltello un collega dell’agente nel corso di un intervento di tso.

Il taser spara da una distanza fino a 7 metri due dardi che agiscono da conduttori e consentono di immobilizzare attraverso un’inibizione neuromuscolare chi viene colpito per un periodo di 3-5 secondi. L’obiettivo è quello di evitare lo scontro fisico in situazioni di pericolo.

“Confidiamo molto nell’efficacia dissuasiva di questo nuovo strumento che sarà impiegato solo come extrema ratio in situazioni che possano costituire un pericolo per l’operatore o per la persona che deve essere immobilizzata in sicurezza e sempre nel rispetto del principio di proporzionalità tra l’offesa e la difesa” ha spiegato il dirigente dell’ufficio prevenzione generale della Questura di Genova Alessandra Bucci.

Nel primo giorno di sperimentazione la nuova arma non è stata utilizzata e l’auspicio tra gli operatori “è che in molti casi nemmeno sia necessario utilizzarla”: visto l’aspetto un po’ particolare dell’arma che assomiglia a un grande trapano giallo, con due led luminosi e il rumore in grado di produrre, il solo mostrarla potrebbe rappresentare un deterrente utile a fermare chi abbia intenzioni violente.

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