Manifestazioni in vista?

Sicurezza, ancora in stallo riapertura ambulatorio alle Riparazioni Navali. Sindacati sul piede di guerra

Lo denuncia il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino

riparazioni navali corteo 18 ottobre 2016
Foto d'archivio

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria) – Sicurezza in Porto, la Regione non interviene per la riapertura dell’ambulatorio alle riparazioni navali; “inviata lettera a Toti e Viale: nulla di fatto dopo l’annuncio di giugno; in assenza di rassicurazioni, previste iniziative sindacali durante il Salone Nautico”.

Genova. Ieri il capogruppo di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino ha scritto al presidente Toti e all’assessore Viale per sollecitare la riapertura del presidio medico presso le riparazioni navali di Genova.

Dopo il preciso impegno della giunta, scaturito dall’interrogazione presentata il 19 giugno scorso, ancora “nulla fa presagire il ripristino del servizio”, dichiara il consigliere in una nota stampa.

Delusione da parte dei sindacati, i quali non escludono mobilitazioni durante il prossimo Salone Nautico se nel frattempo non saranno giunte rassicurazioni. «Dopo la nostra interrogazione l’assessore Viale ha incontrato le parti sociali e i lavoratori delle riparazioni navali; dopodiché il nulla. Eppure l’impegno preso in aula era chiaro – continua Pastorino – intervenire concretamente su Autorità Portuale, l’ente che fino al 2017 ha avuto titolarità sull’ambulatorio. Dopo mesi di silenzio era corretto da parte nostra ritornare sulla questione e sollecitare nuovamente la giunta: Toti e Viale diano seguito agli annunci, rispondano positivamente alla richiesta e ristabiliscano un sacrosanto diritto dei lavoratori”.

“La sicurezza resta un problema in primo piano. Tuttavia le conseguenze dei mancati interventi continuano a pesare esclusivamente sulle spalle dei lavoratori. Ci disperiamo per le morti bianche ma non garantiamo i servizi per evitarle – denuncia Pastorino -. Nel caso specifico è assurdo che sia stato soppresso, per mere questioni burocratiche e di spesa, l’unico punto medico attivo in quell’area del porto. Lo ricordiamo: le riparazioni navali sono un sito produttivo in cui lavorano migliaia di addetti e nel quale il tasso di pericolosità è molto alto”.

Secondo quanto riportato dalla nota stampa, l’ambulatorio gestiva 600 casi all’anno, praticamente 2 al giorno. “E sicuramente lì sono state salvate delle vite, intervenendo con celerità e impedendo che un incidente “non letale” diventasse “letale”. – conclude Pastorino – Peraltro, un servizio che contribuiva ad alleggerire il carico di ospedali, risolvendo gli incidenti più lievi, stabilizzando i casi più gravi e facendo prevenzione sul luogo di lavoro. Non ci sono ragioni per cui resti chiuso”.

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