Presidio

Sampierdarena, grido di aiuto dai commercianti all’ombra di ponte Morandi: “Noi dimenticati, chiediamo dignità”

Si trovano nell'area che va da via Carlo Rolando a via Fillak, in zona arancione. Hanno perso il passaggio dei clienti e il fatturato

Genova. Non ancora una manifestazione – “non vogliamo compromettere una situazione già difficile per il traffico cittadino – ma un presidio di protesta per dire che ci sono anche loro tra le realtà colpite pesantemente dal crollo di ponte Morandi. Con loro anche l’assessore municipale del Centro Ovest Caterina Patrocinio.

Il grido di aiuto parte da piazza Masnata e arriva dai commercianti della zona che va da via Carlo Rolando e via Reta a via Fillak, fino alla zona rossa vicina ai monconi del viadotto. “Qui la vita continua, si può camminare, muoversi, parcheggiare – dicono – ma abbiamo perso il passaggio e molti clienti non vengono più per una sorta di timore, forse più psicologico che altro, nei confronti del ponte”.

Ponte che si vede lontano, sullo sfondo, e che dal 14 agosto sembra sostanzialmente lo stesso. La pila 10 è ancora in piedi. Anche se sotto è il deserto. E i negozianti di questo angolo dimenticato di Sampierdarena hanno registrato un abbassamento di fatturato pesantissimo.

“Avevo appena aperto la mia attività, un bar – racconta Grazia Satta – e adesso non so più come ripagare i lavori che ho fatto, non so cosa mi riserva il futuro, temo che molti di noi saranno costretti a chiudere”.

Il problema, infatti, è stato il crollo dei fatturati che in quella zona sono scesi anche del 90%, ristoranti e bar che erano sempre pieni adess fatturano non più di una cinquantina di euro al giorno. “Nella nostra ditta Siamo in 5 a lavorare – spiega Maria, Irera, di Metalegno – e a sette,bre abbiamo fatturato 1.100 euro, prima ne fatturavo tra i 15 e i 20mila al mese”.

Quella tra via Rolando e via Fillak è considerata zona arancione. “Chiediamo di essere considerati come chi è in zona rossa – affermano i commercianti, attraverso il portavoce del Civ – chiediamo dignità, solidarietà da parte dei cittadini, che possono continuare a venire qui senza avere timore, e chiediamo risarcimenti e contributi da parte del governo”.

”Nessuno ci propone soluzioni – sottolinea Iria Cammarata, titolare dell’edicola della zona – e non si muove nulla. Dal 14 agosto siamo rimasti bloccati e non vediamo una via di uscita. Le tasse continuiamo a pagarle e vogliamo avorare.

Il decreto Genova è in arrivo. Chissà se e cosa riserverà anche per loro.

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