Pollice verso

Oltre il decreto la beffa, il Comune sta pagando tutto. L’assessore Piciocchi: “Dei 33 milioni del governo, finora neanche un euro”

Non solo, nel testo poco e niente per aiutare imprese e sfollati, secondo uno degli esponenti della giunta Bucci maggiormente sul campo in queste settimane.

ponte morandi e zona rossa

Genova. “Non so se lo avete letto anche voi ma per gli sfollati c’è poco e niente, e anche per le imprese, il mio è un giudizio davvero negativo”. L’assessore al Bilancio del Comune di Genova Pietro Piciocchi, avvocato, è abituato, per professione e vocazione, a leggere con attenzione le carte prima di commentare e di analizzare i pro e i contro di ogni situazione, ma sul decreto Genova il giudizio è tranchant.

Presto ci sarà un nuovo incontro tra Comune e comitato di sfollati di ponte Morandi per valutare i possibili scenari che si aprono. “Non è previsto alcun sostegno per quanto riguarda le abitazioni – spiega Piciocchi – se si eccettua qualche sgravio fiscale, ma sospendere l’Imu o le tasse di successione a chi di fatto non ha più una casa mi pare il minimo sindacale”. Tutta la partita dei primi indennizzi è stata gestita finora direttamente dal Tursi, che ha veicolato i contributi a fondo perduto di Autostrade. Per quanto riguarda i risarcimenti il Comune ha blindato il meccanismo del Pris, con una valutazione extra di mercato, circa 40 mila di rimborsi e circa 1000 euro al mese per l’immediato sgombero. “Se Aspi sarà davvero fatta fuori – sottolinea Piciocchi – e non sarà il soggetto che ricostruirà, c’è un punto interrogativo sul fatto che sia quello che risarcirà, noi abbiamo definito dei percorsi e delle cifre e chiediamo che siano mantenute, ma siamo preoccupati”.

E in difficoltà. Perché tutto quello che finora è stato fatto dal Comune di Genova (per esempio la sistemazione provvisoria degli sfollati in albergo) è stato fatto attingendo alle casse di palazzo Tursi. “Dei 33 milioni già stanziati dal governo – spiega Piciocchi – non è arrivato un euro, finora abbiamo anticipato tutto ma non possiamo andare in negativo rispetto al bilancio comunale”.

Il decreto è giudicato negativamente anche perché, nella parte in cui si escludono società che fanno profitto da pedaggi stradali (quindi Autostrade) dalla ricostruzione, è attaccabile da diversi fronti. “Lo dico da avvocato – afferma – tutta quella parte è illegittima, contravviene ai regolamenti internazionali in materia di mercato, se fossi al posto di Autostrade ricorrerei immediatamente presso la corte europea”.

Inoltre, elemento passato sotto silenzio, per la struttura commissariale servirà un bell’esborso di denaro pubblico. “Un carrozzone – lo definisce Piciocchi – con un commissario pagato 200 mila euro all’anno, due subcommissari, 19 dipendenti e un dirigente, e a noi chiedono di fornire il personale pur sapendo che siamo già in sofferenza come organico degli uffici tecnici”.

A fronte di, forse, solo un punto positivo – l’integrazione dei fondi di protezione civile, 9 milioni per il 2018 e 11 per il 2019 – anche sul fronte del sostegno all’economia il voto è zero spaccato. “Non sono previsti ammortizzatori sociali di alcun tipo – dice l’assessore al Bilancio del Comune, ricalcando la preoccupazione già manifestata ieri dalla Fiom – inoltre gli sgravi fiscali previsti sono concessi attraverso un meccanismo che rischia di penalizzare le aziende stesse, sia in termini di defiscalizzazione sia di sostegno per i mancati introiti”. Tra i “difetti” del provvedimento il fatto che, per esempio, per calibrare i contributi le imprese dovranno certificare il fatturato di riferimento per il periodo dal 14 agosto all’entrata in vigore del decreto, poniamo il 30 settembre, per il 2017. “Ma si tratta di un periodo non significativo, né come arco temporale, né come fase dell’anno, estiva, in cui normalmente, si registrano cali di fatturato” spiega Piciocchi. “Avevamo chiesto di modificare questa parte del testo, ma non siamo stati ascoltati”.

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