Genova. Un flash mob per difendere l’aborto legale, sicuro e gratuito, perché i consultori pubblici vengano potenziati e non smantellati, per bloccare il Ddl Pillon sulle separazioni e per chiedere al Comune di Genova il ritiro del “Registro delle famiglie” definito “discriminatorio”. A organizzare la protesta che si terrà domani, dalle 18 in piazza Matteotti, il collettivo Non Una di Meno, reduce dalla partecipata assemblea in piazza Cernaia di due giorni fa.
“Il 28 settembre scendiamo in piazza in molte città italiane e nel mondo per levare un grido di solidarietà alle donne argentine e a tutte quelle che non possono ancora scegliere se e quando diventare madri” scrivono le attiviste per spiegare la portata trasnazionale della mobilitazione, che tuttavia in Italia si innesta in un quadro politico dove i diritti acquisiti sembrano essere messi in discussione: “In Italia la legge 194 del 1978 garantisce l’accesso ad un aborto sicuro e gratuito ma l’applicazione concreta della 194 è ostacolata da tassi di obiezione di coscienza che su scala nazionale raggiungono il 70%, con punte del 90% in alcune Regioni, e dal progressivo smantellamento dei consultori pubblici, luoghi tra l’altro deputati a garantire l’accesso all’interruzione di gravidanza”.
“Stiamo assistendo sbigottite al tentativo di riportarci indietro di 50 anni – dicono le donne di Non una di Meno – cancellando conquiste, diritti, visioni laiche sulle relazioni affettive, la sessualità, le scelte di vita: dal ddl Pillon sulle separazioni e l’affido delle/dei minori, alle retoriche sul “ruolo naturale della donna” e sul matrimonio indissolubile. A livello locale uno di questi attacchi è l’istituzione del “Registro delle famiglie” vero e proprio albo delle Famiglie meritevoli di sostegno: ovviamente quelle fondate sul matrimonio eterosessuale e prolifico”.