Genova. Ieri hanno “ceduto” anche gli sfollati, pronti a manifestare sotto casa di Beppe Grillo – una provocazione, una suggestione, dopo tanti, troppi giorni di attesa sul decreto Genova – ma il fronte della protesta sta crescendo a vista d’occhio.
La pazienza della città è finita: questo il messaggio lanciato, a turno, da comitati di cittadini, Confindustria, sindacati, parte del mondo politico. Tutti pronti a scendere in piazza, se ce ne sarà bisogno, e anche se non dovesse servire a granché, visto che la calma dimostrata fino ad adesso è stata tradita.
Nell’ennesimo giorno (il 14esimo) di attesa, da quando il “decreto urgenze” è stato approvato “salvo intese” dal consiglio dei ministri, i primi a protestare saranno i commercianti di quella zona di Sampierdarena, a ridosso di via Fillak, che pur non trovandosi nella zona rossa sono però con l’acqua alla gola. Dal 14 agosto. Non essendo più una zona di passaggio, gli affari sono crollati.
Questa mattina un gruppo di questi commercianti, artigiani e imprenditori si troverà in piazza Masnata, alla fine di via Rolando, per manifestare la propria preoccupazione. Non ancora una protesta di piazza, ma un antipasto di quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane.
Proteste che potrebbero, peraltro, aumentare una volta che il decreto sarà pubblicato. Molto dipenderà da cosa ci sarà scritto dentro.