Genova. Anche Stefano Marigliani e Riccardo Rigacci, rispettivamente direttore ed ex direttore del tronco genovese di Autostrade, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai pm che indagano sul crollo di ponte Morandi. Non è una sorpresa, anzi. Nessuno degli indagati è stato loquace durante i primi interrogatori. E c’è più di una ragione.
“In questa fase non ci viene fatta una contestazione di una condotta specifica, per questo ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere” ha spiegato l’avvocato Guido Colella, il legale di Rigacci. “Siamo in una fase estremamente preliminare e mobile, valuteremo se farci sentire nelle prossime settimane”, hanno detto i legali del dirigente Marigliani Guido Carlo Alleva e Davide Sangiorgio.
Stamani a palazzo di giustizia anche l’ex ministro Andrea Orlando che ha incontrato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi e il responsabile amministrativo per parlare delle esigenze degli uffici che, dopo il crollo del ponte Morandi, “stanno affrontando un lavoro straordinario”. “Sono venuto in qualità di parlamentare – spiega Orlando – Penso all’inserimento di un eventuale emendamento nel Decreto Genova per affrontare il tema del lavoro di questa procura e successivamente del tribunale che, alla luce di quanto successo, ha cambiato carico di incombenze”.