Lo sfogo

Decreto Genova, il giorno della delusione. Toti: “Senza Autostrade rischio ricorsi e tempi lunghi per la ricostruzione”

Il governatore: "Con il nostro piano avremmo quasi iniziato a demolire". Il provvedimento sarà in calendario alla Camera per la discussione generale il 22 ottobre

Ponte Morandi, quarto giorno di operazioni

Genova. “Da quello che si legge nel decreto, per l’abbattimento e la ricostruzione del ponte ci sarà bisogno di un procedimento di gara, ancorché semplificato, perché il decreto non deroga alle norme europee sulla concorrenza”. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, commenta così il decreto Genova questa mattina a margine del consiglio regionale. “Augurandoci che questo decreto non venga impugnato dalle molte possibilità di ricorso che, ahimè, vedo all’orizzonte – prosegue il governatore – il commissario avrà un compito molto, molto difficile anche perché la città di Genova e la Regione Liguria non hanno alcuna intenzione di aspettare e vogliono vedere il ponte nei tempi che si prevedano se avessero proceduto da sole alla ricostruzione”. Toti, inoltre, ricorda che “la struttura a cui il commissario farà capo non è una struttura particolarmente muscolare”. Per questo, aggiunge, “aspetto di sentire le proposte del presidente del Conte per la nomina del commissario. Bontà loro, nel decreto c’è scritto che ci sentiranno. Mi auguro che abbiano una persona di altissimo profilo altissima capacità perché i compiti che gli si danno sono moltissimi”.

Per il governatore e commissario straordinario all’emergenza l’inserimento nel decreto Genova di una copertura fino al 2029 dei costi per la demolizione e la ricostruzione del ponte Morandi nel caso in cui Autostrade non provvedesse al pagamento, “immagino sia dovuto a un legittimo dubbio del governo che, come sottolineiamo da molto tempo, se venisse estromessa Società autostrade, non sarebbe facile evitare ricorsi così come costringerla a pagare il conto”. “È la prima volta che accade che i cittadini siano costretti ad anticipare i soldi a qualcuno che ha fatto un danno a loro stessi e anche un danno grave – ricorda Toti- è un procedimento, diciamo così, anomalo. Speriamo che funzioni”.

A proposito delle risorse stanziate per il porto: “Credo che in fase di conversione del decreto Genova in legge si possa fare un buon lavoro ma spero che ci sia la disponibilità del governo a farlo. Penso che i soldi sull’autorasporto debbano necessariamente essere ritoccati- elenca- che debbano essere necessariamente compresi i finanziamenti per il sesto lotto del Terzo valico completando così l’opera e che sul porto di Genova 15 milioni aggiuntivi ai 15 che già prendeva siano poco più che un gettone di presenza del governo”.

In generale rispetto al decreto il governatore per l’emergenza commenta: “Il decreto va studiato bene, è ancora al Quirinale. C’è qualche luce, ci sono molte ombre. Occorrono più soldi per il porto di Genova e c’è un sistema di risarcimento ancora tutto da tarare, anche se la zona franca urbana potrebbe essere un buon inizio”. “Occorre più denaro per l’autotrasporto- aggiunge il governatore- occorre soprattutto che il nuovo commissario, che spero venga nominato molto in fretta, tenga conto delle necessità di reale urgenza per la costruzione del ponte, che vengono prima di ogni altra cosa. Il processo descritto nel decreto è ancora un po’ nebuloso”.

Toti ha anche parlato dei tempi per il rientro degli sfollati nelle loro case per prendere beni e ricordi Toti non alimenta false speranze: “Stiamo lavorando ai sensori, è inutile dare delle false speranze. L’osservazione inizierà questo fine settimana, dopodiché dai risultati che daranno le macchine installate sul ponte avremo vagamente l’idea di quanta sicurezza c’è e da lì, con i vigili del fuoco, cominceremo a stabilire i piani di rientro, augurandoci che tutto ciò sia possibile”. Una delegazione di sfollati stamani si è presentata in consiglio regionale per chiedere certezze sui tempi.

Anche il sindaco di Genova Marco Bucci è deluso: “Aspetto di vedere il decreto firmato, ma dalle bozze circolate vedo che mancano alcune delle richieste che abbiamo fatto”, ha detto parlando a margine di un convegno alla Camera. “Se sarà così – ha aggiunto – tornerò alla carica con il governo” per inserire quello che manca nel percorso di conversione in legge. Per il sindaco, infatti, “Genova non può stare senza le cose che abbiamo chiesto” e “non si può perdere tempo, Genova non se lo merita”.

Intanto il decreto Genova sarà in calendario alla Camera per la discussione generale lunedì 22 ottobre, secondo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo ieri pomeriggio. Il decreto per la ricostruzione del Ponte Morandi e gli altri interventi “ove presentato alla Camera” – questa la formula ufficiale – non e’ stato trasmesso e incardinato a Montecitorio. Da martedì 23 è previsto il voto sul provvedimento.

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