Genova. Saranno due gli incidenti probatori nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi, avvenuto lo scorso 14 agosto che ha causato la morte di 43 persone. Il primo è quello chiesto dalla procura per garantire la rimozione delle macerie e la catalogazione dei reperti. Il secondo, che verrà chiesto in una fase successiva, servirà per capire le cause del crollo.
Nella richiesta depositata ieri al gip e notificata ai 20 indagati infatti, la Procura parla di quattro tipi di attività: la “descrizione dello stato attuale dei luoghi e delle cose”, la “descrizione e l’accertamento delle condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti del viadotto precipitate e non ancora rimosse”, “l’individuazione con le autorità amministrative competenti le modalità della rimozione dei detriti ai fini del campionamento e della conservazione delle parti utili ai fini della prova” e, infine l’individuazione “delle modalità della demolizione.
Questo primo incidente probatorio dovrebbe essere fissato a fine settembre con la nomina di un perito da parte del gip, i sopralluoghi in contraddittorio e poi la discussione.
Chiusa questa parte, presumibilmente in autunno inoltrato, la struttura commissariale potrà procedere alla demolizione del ponte.
Nel frattempo la procura chiederà al gip di svolgere un secondo incidente probatorio, quello – decisivo – per individuare le cause del crollo. I tempi a questo punto saranno piuttosto lunghi e anche in questo caso ovviamente il tutto si svolgerà in contraddittorio con le difese e i consulenti tecnici degli indagati, il cui numero a quel punto potrebbe anche salire
La scelta di svolgere due incidenti probatori o, più semplicemente di suddividere la maxi perizia in due fasi, deriva proprio dalla necessità di consentire nel contempo la demolizione dei due tronconi e di far uscire pian piano la città dall’emergenza che vive dalla mattina del 14 agosto.
Sempre sul fronte delle indagini nei prossimi giorni potrebbero essere sentiti come testimoni anche i membri del consiglio di amministrazione di Autostrade che parteciparono alla riunione del 12 ottobre 2017 in cui si discusse del progetto di retrofitting. Ad essere ascoltati dagli inquirenti saranno quelli non indagati.
L’obiettivo dei magistrati è quello di sapere in che termini venne presentato il progetto e quali furono le considerazioni fatte oltre a quelle riportate a verbale. Lunedì, in procura, si terrà una riunione operativa tra i magistrati (Walter Cotugno e Massimo Terrile) e gli uomini del primo gruppo della Guardia di finanza di Genova per mettere a punto la lista dei testimoni da sentire e degli indagati da interrogare. Questi ultimi potrebbero comparire davanti ai pm anche più di una volta.