Soluzioni tampone

Crollo Ponte Morandi, l’allarme del Civ di Via Rolando “Aziende commerciali a rischio chiusura”

Genova. “Noi abbiamo una necessità impellente, che è sotto gli occhi di tutti, dobbiamo riattivare questa zona dal punto di vista della viabilità, e dobbiamo fare nell’immediato perché ho paura che alcune aziende non riusciranno ad arrivare a Natale”.

A lanciare l’appello è Maurizio Catena, Presidente del Civ Ronaldone, che oltre a Via Rolando passa da Piazza Montano fino al ponte che è crollato. Un Civ che conta oltre 120 soci, uno dei più grandi di Genova, ma che si trova nella zona arancione che, di riflesso, sta avendo forti ripercussioni sul tessuto commerciale. 

Gli esercenti della zona, che nei giorni scorsi avevano dato vita a un presidio, parlano infatti di un calo molto consistente dei fatturati che, in alcuni casi sono praticamente azzerati. “Noi di fatto abbiamo perso tutto il commercio che transitava dalla parte destra del ponte – spiega Catena – anche gli esercizi commerciali della parte sinistra sono in grandissima sofferenza”. 

Allo studio ci sono alcune proposte per cercare di dare le prime risposte ai commercianti danneggiati, ma si tratta di soluzioni tampone, che possono risolvere la situazione solo .temporaneamente

“Stiamo cercando una collocazione provvisoria per gli esercenti in difficoltà – spiega Catena – una soluzione temporanea tesa a ripristinare una situazione di normalità dove trasferire le attività. Stiamo anche cercando di veicolare, con attività di solidarietà, iniziative commerciali per favorire questi esercenti, che sono rimasti, effettivamente, molto penalizzati e per alcuni dei quali il rischio è quello della chiusura”.

Ma tutto questo, ovviamente non basta anche perché il quartiere “Sampiedarena è una vera e propria città – sottolinea Catena – con 90mila abitanti”, risentirà fortemente della mancanza di questo trait d’union con la val Polcevera. “Ci rendiamo conto di tutte le problematiche e quindi temiamo che, purtroppo, una soluzione non ci sarà nell’immediato. Noi chiediamo di aprire il più possibile – conclude Catena – le vie di accesso in quell’area, che sono fondamentali per non far morire il commercio”.

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