Genova. Sono 145 le parti offese della tragedia del ponte Morandi: il numero, raccolto e depositato in Procura dagli investigatori della squadra mobile coordinati dal dirigente Marco Calì, comprende sia i parenti delle 43 vittime sia i feriti. A loro quando si avvierà il processo penale si aggiungeranno certamente le oltre 300 famiglie sfollate dalle loro case di via Fillak e via Porro e quanti decideranno di costituirsi parte civile contro i responsabili del disastro come potrebbero fare per esempio il Comune di Genova e la Regione Liguria. Senza contare le decine e decine di aziende grandi e piccole danneggiate dal crollo che però potrebbero ‘limitarsi’ a chiedere i danni in sede civile.
Sarà un processo dai numeri imponenti quello che nei prossimi mesi-anni interesserà il Tribunale di Genova. Per questo la Procura si sta muovendo con attenzione. Oggi dal nono piano di palazzo di giustizia è trapelato che ci vorrà ancora tempo perché venga fissato l’incidente probatorio sul ponte, atto che ‘fisserebbe’ almeno in prima battuta il numero degli indagati. Ma le prime iscrizioni potrebbero arrivare già nei prossimi giorni.
Tra i magistrati che lavorano alla maxi inchiesta sarebbe in corso un dibattito per decidere quanto ampliare il cerchio di indagine: è scontato che ad essere coinvolti nell’inchiesta saranno dipendenti e dirigenti di Autostrade per l’Italia, Spea e provveditorato ai lavoratori pubblici, e dalla Procura trapela che le indagini non si fermeranno certamente solo a Genova. Detto questo se per l’incidente probatorio si attende di avere un quadro definitivo o quasi degli indagati, restano le esigenze della città di tornare a una ‘quasi’ normalità, la cui prima condizione è l’abbattimento dei monconi del ponte che consentirebbe di riaprire in sicurezza la viabilità ordinaria.
E’ evidente che l’abbattimento del viadotto è una modifica importante dello stato dei luoghi da un punto di vista delle indagini ma è altrettanto vero che se l’abbattimento avverrà con le prescrizioni della Procura (condizio sine qua non per ottenere il via libera dai pm) i reperti potranno essere analizzati ugualmente. Per questo non si esclude che l’incidente probatorio possa svolgersi anche durante o dopo l’abbattimento del ponte.
Questa mattina i consulenti della procura hanno proseguito insieme alla polizia scientifica la repertazione delle macerie, mentre per la prima volta dal 14 agosto i tecnici di Autostrade sono stati autorizzati a un sopralluogo per stilare il piano dell’abbattimento del ponte che secondo il commissario straordinario per l’emergenza Giovanni Toti dovrebbe essere completato a un mese dall’avvio dei cantieri.
Per quanto riguarda l’indagine obiettivo della Procura è da un lato risalire indietro nel tempo a quando per la prima volta è suonato un campanello d’allarme sulle condizioni del ponte, dall’altro accertarsi che le tecniche di realizzazione del viadotto stesso abbiamo rispettato le prescrizioni e i calcoli del progetto originario dell’ingegnere. Per questo la guardia di finanza ha acquisito anche il progetto del ponte oltre alla relazione del 1981 dello stesso Morandi in cui si diceva preoccupato per il degrado dei materiali.