Genova. Se foste un imprenditore, e magari lo siete, e domani aveste bisogno di scendere da Genova a Roma in giornata, in aereo, per un’importante riunione di lavoro, lo “scherzetto” vi costerebbe almeno 296 euro. Questo almeno il prezzo che potete trovare su uno dei più celebri motori di ricerca. Va detto che le tariffe si abbassano e di molto (120 euro per la prossima settimana, 90 per settembre o ottobre) con prenotazioni effettuate il largo anticipo ma il business ha i suoi tempi e spesso non coincidono con quelli dei algoritmi delle compagnie aeree.
Che il Genova-Roma sia uno dei voli più cari d’Italia è un’annosa questione. Fa un certo “effetto”, però, che chi ne torni a parlare sia il neo-viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi. “Se vogliamo essere una grande città e un grande aeroporto – dice Rixi – i collegamenti con la capitale bisogna riuscirli a gestire con tariffe competitive, bisognerà studiare come fare a eliminare questa particolare sorta di isolamento in cui si trova Genova”. Isolamento nel senso che, diversamente da altre città, Genova non ha davvero l’alternativa del treno perché non esiste una linea ultraveloce.
Il problema è, di fatto, il monopolio in cui opera Alitalia, compagnia che peraltro è in amministrazione straordinaria, ma anche quando a Genova esistevano altre compagnie che volavano su Roma la questione non si era risolta con i meccanismi della concorrenza. Anzi. Quasi tutte si sono arrese al gruppo di bandiera. Il viceministro Rixi suggerisce un cambio di passo, per ora poco più di una suggestione ma chissà, sulle dinamiche che portano alla garanzia della continuità territoriale. “Non dovrebbe esistere solo da e per le isole, ma tra tutti i capoluoghi di regione”.

Da parte sua Piero Righi, direttore generale dell’aeroporto, assicura che la società che gestisce lo scalo sta facendo il possibile attraverso una costante “interlocuzione con Alitalia, ma che il pallino è in mano al vettore”. L’azione del Cristoforo Colombo è quella di pungolo, attraverso argomenti come il coefficiente di riempimento, e il tentativo di promuovere la fidelizzazione del cliente. “Possiamo tentare di promuovere pacchetti corporate – afferma Righi – che forse sono poco conosciuti, ma per il resto le compagnie sanno come modulare la tariffe in modo di fare profitto”.