Genova. Quel che resta del ponte, un gigantesco relitto di cemento armato, incombe pericolante sulle case di via Fillak e via Porro, condomini popolari che da sempre convivono con la sostanza dell’infrastruttura autostradale.
Il ponte Morandi, crollando per circa 210 metri, ha “graziato” l’umanità che ha sempre vissuto sotto la sua ombra. Ha dato loro il tempo per mettersi in salvo. Ma quelle due campate rimaste in piedi potrebbe cedere alle sollecitazioni delle ultime ore. Ed è anche per questo che i residenti, diverse decine, sono stati fatti allontanare dalle loro abitazioni.
Il viceministro Edoardo Rixi, già assessore alle Infrastrutture della Regione Liguria, ha dichiarato che, anche se le campate non dovessero cadere da sole – e si spera non accada – saranno smantellate. Ma il rischio che possano esserci nuovi cedimenti esiste.
La valutazione della stabilità delle campate superstiti del Morandi sul lato levante – appunto – sulle case di via Fillak e via Porro, ma anche sulla rete ferroviaria, sarà un’urgenza primaria tanto quanto la ricerca dei dispersi e il tentativo di salvare qualche vita. Le campate ancora in piedi sul lato ponente si trovano a ridosso dell’area industriale di corso Perrone, ma poggiano su un pilone che sembra decisamente meno a rischio.
Intanto al centro Buranello di Sampierdarena, punto di raccolta degli sfollati, sono arrivati acqua e viveri. Molte persone chiedono quando potranno avvicinarsi alle abitazioni per prendere effetti personali e mezzi parcheggiati. Saranno allestiti altri centri di aiuto in strutture pubbliche della città.
leggi anche

Crollo Ponte Morandi, 25 vittime accertate. Lotta contro il tempo alla ricerca dei dispersi

Crollo ponte Morandi, attivato piano intraospedaliero per maxi emergenze. “Cautela, ma temiamo significativo numero di morti”
