Voce contro

Tra gli sfollati c’è lo storico “no gronda”: “Costruire allora era da pazzi, oggi sarebbe da criminali” fotogallery

Ennio Guerci abita in via Porro dal 1960 e chiama Bucci: "Il sindaco si faccia dare da Autostrade un indennizzo sufficiente a farci vivere altrove dignitosamente"

Genova. “La ricostruzione non ci interessa, quello che ci interessa è che il sindaco, che ha affermato che ci troveranno un nuovo alloggio in caso di demolizione, si faccia dare da Autostrade un indennizzo sufficiente per farci vivere dignitosamente”.

Ennio Guerci, presidente del comitato dei residenti di via Porro, si rivolge a Marco Bucci in merito all’eventualità che le abitazioni che si trovano sotto i resti del ponte Morandi ancora piedi, e quelle vicine, possano essere demolite.

Ennio Guerci è abitante in via Porro dal 1960, figlio di uno dei ferrovieri per cui quelle case vennero costruite, è anche uno storico esponente dei No Gronda e continua a dire no al raddoppio autostradale. “Se fino all’altro ieri affermavamo che costruire un’infrastruttura del genere fra le case era da pazzi – afferma – oggi diciamo che è da criminali”.

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Negli anni 60 il ponte venne costruito addosso alle case. “Ai tempi non erano abitazioni di nostra proprietà – racconta – lamentarci o ostacolare il progetto era impossibile, non ci ascoltano neppure oggi, figuriamoci allora”.

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