Genova. La risposta di Autostrade per l’Italia al Governo, con la promessa di ricostruire in 5 mesi il viadotto, sta suscitando reazioni e non poche perplessità.
Na abbiamo parlato con Enrico Sterpi, segretario dell’ordine degli Ingegneri di Genova: “Se lo fanno sono bravi, ma cinque mesi sono veramente pochi per un viadotto del genere, lungo oltre un chilometro”.
“Oggi tutti sono ingegneri, ma nei fatti al momento possiamo fare solo congetture sulle cause – ha sottolineato Sterpi – le manutenzioni esistevano, ma servono dati più precisi per capire se la manutenzioni effettuate erano sufficienti o meno”.
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“Molti colleghi e non hanno parlato di criticità nel tirante, ma con i dati a disposizione sono solo parole”, afferma. Le priorità, come è noto, sono due secondo Sterpi: “Liberare il fiume dai detriti il prima possibile, perché gli impalcati sono delle dighe al momento, e poi verificare la stabilità e sicurezza degli edifici coinvolti”. Inoltre anche quello che è rimasto del ponte deve essere valutato per la sua eventuale stabilità”.
La parte della campata di levante ha subito un consolidamento degli stralli – i tiranti – negli anni 90, ma bisogna capire se siano sicuri, secondo Sterpi, “mentre la parte centrale, quella che aggetta sulle case, apparentemente non ha subito lo stesso trattamento”.
L’ingegnere ribadisce: “5 mesi sono molto pochi, parliamo di un viadotto di oltre un chilometro, non è una banalità”.