Genova. In tutta Italia e forse anche all’estero ormai si sa dove si trovi via Porro e quale sia la problematica dei suoi abitanti, sfollati dal civico 4 al 11 per via della tragedia di ponte Morandi, con il pilone 10 del viadotto che ancora incombe sulle case.
Ma ci sono degli sfollati, e sono una ventina, anche in via Del Campasso, dall’altra parte dei binari ferroviari e di via Fillak, oggi più che mai i residenti dei civici 39 e 41 si sentono legati a una no men’s land.
Queste venti persone rientrano nel computo degli sfollati e quindi di chi avrà diritto ad alloggi alternativi, contributi e agevolazioni ma si sentono “abbandonati” a livello sociale. Se ai varchi nord e sud di via Fillak sono sorte delle vere e proprie cittadelle con volontari, associazioni, punti di ristoro e discussione, in via Del Campasso c’è solo un presidio di sicurezza. Per il resto, il deserto. A mancare, qui, anche macchine fotografiche e telecamere. I cronisti, di solito, si fermano in via Fillak.
A raccogliere l’appello degli abitanti del Campasso sfollati sono Mariani Passeri e Fabio Papini, consiglieri del municipio Centro Ovest di Liberi e Uguali e di Forza Italia. “Centro ovest – spiega Passeri – anche se questa zona è molto legata, per esigenze pratiche, a Certosa, e quindi alla Valpolcevera, il problema del’evacuazione non riguarda solo gli inquilini dei palazzi 38 e 41 ma anche tutti coloro che utilizzavano questa via per arrivare rapidamente alla metropolitana di Brin o a Rivarolo”.
Uno dei residenti del Campasso è stato tra i primi cinque cittadini a ottenere un alloggio alternativo. “Bene – continua Passeri – ma questa è una riprova che saranno sfollati reali e a lungo termine anche se a una prima sensazione può sembrare che siano coinvolti solo marginalmente dalla vicenda di ponte Morandi”. Non è escluso, anzi è probabile, che in caso di demolizione anche quei caseggiati dovranno venire giù.
Una zona, quella del Campasso, che con il crollo del viadotto ha visto affossarsi ancora di più i sogni di rilancio. In ballo c’era un progetto per riqualificare l’ex mercato ovicolo (attraverso il bando periferie) ma a questo punto si cercherà di congelare i finanziamenti. Dal punto di vista logistico sarebbe impensabile far partire i cantieri a breve. Inoltre da anni la zona è soffocata dallo smarino dei lavori sulle linee ferroviarie. Anche la vittoria di quella battaglia, oggi, sembra più lontana che mai.