Con quali soldi?

Ilva, ipotesi nuova proroga del commissariamento, intanto Di Maio “blocca” Laghi a Roma

Si stima l’esaurimento di cassa a settembre. Per arrivare a dicembre servono 132 milioni, una cifra che ricorre spesso negli ultimi tavoli convocati

enrico laghi

Genova. Si attendeva anche il commissario straordinario Enrico Laghi al’inaugurazione della mostra fotografica Ossidazioni, allestita nell’atrio di Palazzo Tursi a Genova (sino al 15 settembre). L’esposizione ritrae un pezzo di siderurgia italiana, mostrando il lavoro all’interno dello stabilimento di Cornigliano, su grandi lastre d’acciaio.

“Mi aveva confermato ieri che sarebbe venuto – dice Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Cgil – poi pare che il ministro Di Maio l’abbia bloccato”. In una situazione così delicata nella trattativa che riguarda l’azienda, è probabile che Di Maio abbia chiesto un ulteriore confronto con il commissario, oppure che l’abbia fermato per questioni di opportunità, perché sono ancora molte le incognite sul destino dei 400 dipendenti che dovrebbero essere assunti da Società per Cornigliano e la presenza di Laghi avrebbe avuto l’effetto di concentrare troppo l’attenzione mediatica. Non è dato saperlo, in questo caso si tratta solo di ipotesi.

A margine della presentazione della mostra, l’occasione per ribadire le posizioni del sindacato sulla necessità di affrontare la questione dell’accordo di programma, al cui interno viene specificato che “a un determinato numero di dipendenti corrisponderà una quantità di aree in concessione”. Senza il tavolo su Genova la Fiom non firmerà nulla e tornerà in piazza.

Intanto occorrerà probabilmente un’ulteriore proroga della gestione commissariale, già prolungata al 15 settembre. La previsione finanziaria per l’Ilva stima l’esaurimento di cassa a settembre. Per arrivare a dicembre servono 132 milioni, una cifra che ricorre spesso negli ultimi tavoli convocati. Anche nel caso si arrivasse all’accordo con Arcelor Mittal, servirà comunque ancora un finanziamento da parte dello Stato per poter dare quella continuità necessaria all’azienda.

Il Pd intanto chiede quale sia la posizione del governo. Vito Vattuone, segretario del Pd Liguria e Giovanni Lunardon, capogruppo del Pd della Regione Liguria, dicono: “Di Maio continua a oscillare tra annullamento della gara e trattativa. Le due cose non stanno insieme. Il governo decida quello che vuole fare. Il tempo della propaganda è finito e Di Maio non può fare lo spettatore in attesa degli eventi. Così non si va da nessuna parte. Il tempo ormai stringe visto che il 15 settembre scade la proroga della gestione commissariale e di soldi in cassa, come hanno detto i commissari, non ce ne sono più. Questo continua indecisione incide negativamente anche sulla possibilità di ridurre le distanze tra le parti. Il Governo esca dal guado e si prenda le sue responsabilità, facendo anche proposte nuove visto che i 200 milioni per gli esodi incentivati erano già una proposta di Calenda”.

Quanto all’ipotesi di utilizzare Società per Cornigliano per assorbire una parte degli esuberi di Ilva Genova, già valutata dal precedente governo, secondo il Pd deve essere chiaro che ciò presuppone un intervento del governo per garantire un’adeguata dotazione finanziaria della Società. “I fondi per le bonifiche e la riqualificazione di Cornigliano non possono essere ancora intaccati e se questo è lo scenario, bisogna incrementare le risorse per Società per Cornigliano oltre a provvedere a integrare quelle già utilizzate per l’integrazione al reddito dei lavoratori di Ilva Genova”.

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