Genova. “Ce la dobbiamo fare”. Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, fa il punto della situazione logistica nel porto di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Duci ribadisce che non può esserci una soluzione unica alla problematica della viabilità: “Occorre dividere i flussi di traffico, indirizzarli su infrastrutture diverse”.
Il presidente di Federagenti spiega anche che i portuali, ad eccezione dell’assenza treni per l’interruzione dei binari, non stanno avendo problematiche significative, “ma questo è un periodo in cui si va ancora a traffico ridotto, sarà fondamentale l’apertura della strada a mare quando ricominceranno le scuole, ma anche riprendere a fare treni in uscita”.
Prima della tragedia i camion avevano l’abitudine di scaricare al Vte e ricaricare nel porto a Sampierdarena: “La soluzione non può essere solo la strada a mare – sostiene Duci – ma anche le compagnie devono pensare a riorganizzare i traffici. Ogni giorno nascono tre problemi e arrivano due soluzioni, ogni singolo efficientamento è fondamentale per non paralizzare porto e città”.
Il porto stava trainando l’economia ligure: “Il +15% dei contenitori dell’anno scorso aveva portato il tasso di crescita a livelli di vertice in Europa – afferma Duci – anche quest’anno la crescita era significativa, intorno al 6-7%. Sono numeri impensabili dopo quello che è successo, ma non è peregrino continuare a lavorare per chiudere il 2018 almeno con gli stessi numeri del 2017”.