Genova. “Per i primi di settembre, direi entro la prima settimana, potremmo iniziare i lavori per la demolizione di ponte Morandi”. E’ un cronoprogramma serratissimo, tenendo conto che Autostrade ha tempo fino a venerdì prossimo per presentare i suoi piani, quello fornito dal sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, già assessore regionale.
Per quanto riguarda i tempi che l’operazione comporterà, “questo dipende dalla tecnica che verrà usata e da quanti cantieri in contemporanea si riesce ad aprire. Penso comunque – aggiunge Rixi, intervistato dall’agenzia Ansa – che si vada verso un mix tra l’utilizzo di microcariche esplosive e smontaggio”.
“La prima fase – spiega Rixi – sarà comunque quella dell’alleggerimento della parte a levante del viadotto, che è quella più a rischio crollo, eliminando la struttura di collegamento con i piloni rimasti in piedi. Sulla parte a ponente dobbiamo tener conto e coinvolgere Ansaldo Energia, che insiste sull’area, e poi liberare le linee ferroviarie. Se nel giro di 10-15 giorni non iniziamo la demolizione, blocchiamo la ripresa delle linee e questo avrebbe un impatto durissimo sul sistema economico”.
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“Il tempo della ricostruzione – aggiunge Rixi – è legato a quello della demolizione. L’obiettivo è agire, quindi, in tempi piuttosto rapidi, procedendo con più cantieri contemporaneamente. In particolare la parte ovest, può essere aggredita in più punti in contemporanea. Questo consentirebbe di accelerare i lavori di demolizione, il che è funzionale anche alla ricostruzione, perché in un anno e qualche mese vogliamo sia pronto il nuovo ponte. Vogliamo che sia ricostruito senza riutilizzare nulla della struttura precedente”.
Rixi parla anche di ricostruzione. Secondo il sottosegretario è difficile che Autostrade possa avere in mano da sola quella partita. “Credo che Cassa depositi e prestiti avrà un ruolo importante e si sta già ragionando su un’idea di progetto di rilancio complessivo su Genova. Centrale sarà anche l’apporto di Fincantieri, che tramite società del proprio gruppo (Infrastructure ndr) potrebbe anche intervenire, in maniera più ampia, su una serie di ponti in Italia: ci stiamo ragionando”.