Genova. Il lunedì che doveva essere nero per la viabilità di Genova, il primo vero lunedì di rientro dalle vacanze dopo il crollo di ponte Morandi, è stato meno tragico del previsto ma il peggio deve ancora arrivare, e sarà in concomitanza con la riapertura delle scuole, perciò il Comune di Genova ha deciso di aggiustare il tiro su quello che è considerato il nodo cruciale della viabilità: la rotonda di via Siffredi e il raccordo tra la “strada a mare” Guido Rossa e la Aurelia a Cornigliano.
Le modifiche, che prevedono l’abolizione dei semafori e di ogni ostacolo al flusso possibile per chi da ponente viaggia verso il centro attraverso la Guido Rossa, ma un lungo giro per chi invece vuole recarsi in via Cornigliano, saranno sottoposte in serata al parere di un’assemblea pubblica del quartiere di Cornigliano e messe in pratica a partire da domani. “Procediamo per tentativi – ha spiegato il sindaco Marco Bucci – stiamo inoltre lavorando per riaprire corso Perrone e via 30 Giugno ma ancora non è possibile farlo”. In attesa che, il 15 settembre nelle migliori delle ipotesi, sia pronta la nuova viabilità portuale per i mezzi pesanti, la cosiddetta “strada del Papa”, interna a Ilva. In pratica: da via Siffredi verso levante si andrà obbligatoriamente sulla Guido Rossa, per raggiungere via Cornigliano e limitrofe si uscirà allo svincolo di via San Giovanni D’Acri immettendosi poi sulla Aurelia.
Il Comune in queste ore sta lavorando anche per venire incontro alle aziende che si trovano nella zona rossa, nei pressi dei monconi del viadotto ancora in piedi. “Risolto il problema della palazzina degli uffici di Ansaldo dove domani o mercoledì circa 500 dipendenti potranno tornare pienamente operativi – continua il sindaco – abbiamo altre imprese che non possono rientrare, li abbiamo incontrati e stiamo cercando di trovare per quelle attività una collocazione temporanea alternativa perché permettere il rientro in sede sarà difficile”.
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A questo proposito Confindustria Genova ha spiegato, in cifre, quante siano le attività interessate dai disagi. “Sotto il troncone ovest – si legge nella nota – lavorano circa 3000 persone, le aziende ricomprese in tutto o in parte, all’interno della cosiddetta zona rossa sono una ventina, per circa 400 occupati. A questi valori vanno aggiunti quelli relativi all’indotto di fornitori coinvolti nelle stesse attività produttive”. Oltre al dilemma viabilità c’è quello del ritorno alla piena operatività che sarà rinviato, per forza di cose, alla realizzazione di un nuovo viadotto.
Per questo tra le proposte che saranno avanzate al governo ci sarà anche la possibilità di finanziare ammortizzatori sociali per tutte le imprese, anche i singoli artigiani o quelle con un piccolo numero di dipendenti, che altrimenti non avrebbero diritto a forme di cassa integrazione straordinaria.