Genova resiste

Crollo ponte Morandi, il porto si riorganizza per sopravvivere: “Lavorare di notte impossibile, serve viabilità alternativa” fotogallery

Il mondo portuale genovese si prepara a gestire l'emergenza. Si pensa di sfruttare la viabilità interna a Ilva

Genova. Una riunione a palazzo San Giorgio nel giorno di ferragosto per non perdere tempo e trovare poche e chiare soluzioni che permettano al motore portuale genovese di non fermarsi.

Paolo Signorini, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale, ha esordito con un appello agli operatori: “Dobbiamo fare chiarezza su cosa serviva il Ponte Morandi per il tessuto portuale, dobbiamo capire la tipologia di traffico per poter gestire il flusso veicolare. Era traffico di passaggio tra una autostrada e l’altra o c’era traffico pesante interterminale tra i due bacini genovesi? in base a questa analisi dovremo capire quali soluzioni adottare”.

La prima soluzione che il presidente dell’Autorità portuale Genova Savona è all’apparenza semplice: “Dobbiamo lavorare di più di sera, perché è fondamentale muoversi in un contesto di minor affollamento. La seconda è che dobbiamo muovere il più alto numero di container via ferro, siamo pronti mancano delle firme dobbiamo accelerarle”

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Il mondo portuale genovese ha manifestato le ovvie preoccupazioni: “Il ponte era il collegamento da e per la Francia e la Spagna dal sud Italia, il ponte era il collegamento che permetteva alle merci di muoversi dalla Liguria verso il resto d’Italia – spiegano i rappresentanti delle attività portuali- non dimentichiamo che manca il collegamento di via Guido Rossa con l’autostrada e l’aeroporto oltre che ovviamente il collegamento con il bacino portuale di Voltri.”

“Dirottare sulla Gravellona Toce e poi sulla Torino Piacenza il traffico da e per il Toscana ed Emilia Romagna vuol dire allungare le percorrenze di oltre 120 km, dirottare il traffico da A7 e A26 per le merce dirette in Spagna e Francia porterebbe un aumento di oltre 70km, questo porterebbe sicuramente il traffico in altri terminal lontani da Genova” precisano i terminalisti.

“Lavorare di notte è una utopia, non per noi ma per i camionisti che non verranno da noi ma andranno a Voltri o a Spezia – questo il succo dell’intervento di Messina – non è pensabile che si possa obbligare a caricare alle 8 del mattino e aspettare le 20 di sera per scaricare. Bisogna sfruttare il casello di Genova Aeroporto e utilizzare la viabilità interna all’Ilva per raggiungere via Guido Rossa scaricando la viabilità ordinaria e consentendo alle merci di viaggiare poi in lungomare Canepa fino a Ponte Etiopia”. Alla fine della riunione è stato osservato un minuto di silenzio in segno di lutto.

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