Disagi

Crollo ponte Morandi, ferie prolungate per forza per 750 dipendenti

Chi lavora nella palazzina uffici e in uno dei tre capannoni dello stabilimento di Campi, quello dedicato all'assemblaggio finale sul quale incombe il moncone ovest del viadotto

inaugurazione ansaldo tra proteste ilva

Genova. Rientro rinviato di una settimana per circa 750 dei 2.600 dipendenti di Ansaldo Energia. Si tratta in gran parte di quelli che lavorano nella palazzina uffici, più gli addetti di “Campi 1”, uno dei tre capannoni dello stabilimento di Campi, quello dedicato all’assemblaggio finale delle turbine di taglia medio piccola. Per loro la riapertura è spostata al 27 agosto (gli altri riprenderanno domani), ma solo se arriverà il via libera dei vigili del fuoco, visto che l’area rientra nella zona rossa del crollo del ponte Morandi.

I vertici di Ansaldo restano in attesa di una comunicazione formale: se dovesse essere decisa la demolizione di altre parti del viadotto, tutte la zona resterebbe inagibile. La parte che preoccupa di più l’azienda è quella dello stabilimento. Per ora i generatori da assemblare sono pochi, vista la situazione già complessa in cui si muove Ansaldo Energia, fra la crisi del settore della power generation e la criticità sulle nuove commesse, tanto che ad aprile erano già scattati i contratti di solidarietà.

Ma se dovessero arrivare gli auspicati nuovi ordini serviranno spazi adeguati, non facili da trovare in città, mentre potrebbe essere più semplice spostare tecnici e impiegati in altri uffici anche esterni, in ogni caso con un aggravio dei costi. Per quanto riguarda gli ingressi, resta chiuso quello di via Lorenzi, che è proprio sotto il ponte, aperti gli altri due che si affacciano su corso Perrone.

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