Genova. Un incontro in cui sono stati in tanti prendere la parola per esprimere tutte le loro preoccupazioni e, in alcuni casi, le paure, per una situazione di isolamento che si fa più grave ogni giorno che passa, e che rischia di mettere in ginocchio centinaia di attività economiche della Valpolcevera. Ieri l’assemblea dei commercianti organizzata dal Civ Vivi Certosa al Teatro sociale di San Bartolomeo della Certosa, per fare il punto sull’emergenza che ha colpito il quartiere in seguito al crollo del ponte Morandi del 14 agosto scorso.
«La priorità, adesso, è fare fronte comune per ottenere il ripristino almeno parziale della viabilità ordinaria, e aiutare i commercianti a destreggiarsi nelle pratiche per i rimborsi», sintetizza Enzo Greco, presidente del Civ, appena dopo la conclusione dell’assemblea, alla quale sono intervenuti, tra gli altri, anche Andrea Dameri e Paolo Barbieri – rispettivamente direttore e vice direttore di Confesercenti Genova – e il presidente del Municipio V Valpolcevera, Federico Romeo.
«Per quanto riguarda la viabilità – spiega Greco – l’obiettivo deve essere quello di sbloccare al più presto almeno un collegamento con Sampierdarena, in particolare corso Perrone e la viabilità di sponda, per superare la situazione attuale che, oltre ovviamente a chi vive e lavora in Valpolcevera, finisce col condizionare pesantemente anche il traffico dell’intero ponente cittadino. Contemporaneamente, si tratta di attivare tutte le procedure necessarie per i rimborsi: alla Società Autostrade, che si è impegnata a farsi carico delle esigenze dei commercianti, chiediamo lo stesso trattamento riservato agli sfollati della zona rossa. Consapevoli, comunque, che questa è solo un’erogazione una tantum, a fondo perduto, utile a garantire liquidità alle imprese nell’immediato».
Per quanto riguarda i risarcimenti veri e propri, secondo il presidente del Civ «le procedure saranno inevitabilmente più lente, essendo impossibile una stima dei danni per lucro cessante fino a quando non si conosceranno i tempi del ripristino della normale viabilità e della ricostruzione del ponte. A giorni, però, la Protezione civile pubblicherà i moduli per la semplice segnalazione dei danni, un passaggio necessario per poter poi partecipare ai bandi pubblici per i rimborsi che verranno emanati nei prossimi mesi».
«Immaginate una città popolata quanto Pisa, completamente tagliata fuori dal resto di Genova e senza nemmeno un ospedale a servirla. Questa è oggi la Valpolcevera». E questa è la fotografia, impietosa, scattata da Fabio Bertoldi, medico veterinario con un laboratorio in via Fillak a meno di cento metri dalla zona rossa. «Diventa quindi fondamentale riattivare un collegamento stradale con l’area a valle del ponte».
«L’importante però è essere veloci nel prendere le decisioni – esorta Bertoldi – finora bene si è lavorato con gli sfollati dalle case, ma vorrei ricordare che esistono anche gli “sfollati del lavoro”, vale a dire tutti i commercianti che insistono nelle adiacenze della zona rossa e della stessa Certosa e che, in mancanza di riaperture degli accessi in tempi certi, rischiano di dover chiudere la loro attività. Anche queste sono decine e centinaia di famiglie appese a un filo».