Genova. C’è tempo fino a domani, ieri la borsa ha premiato il titolo (+2,25%), segno che l’interesse per Carige esiste ancora e che i soci interessati a salire nell’azionariato stanno acquistando titoli. Ma ancora non è scritto nero su bianco chi, fra gli azionisti, cercherà di primeggiare nel nuovo consiglio di amministrazione. L’assemblea che nominerà il nuovo board è fissata al 20 settembre.
Già presentate le liste di Malacalza e Coop, si fanno attendere quelle di Volpi, Mincione (che potrebbero averne una sola) e di altri fondi di investimento. In tutto si attendono fino a 5 liste ma solo due, quella di Malacalza Investimenti che ha schierato una serie di “pesi massimi”, e di Raffaele Mincione, che dovrebbe arrivare in giornata, si sfideranno per la maggioranza del Cda.
Ieri è uscita allo scoperto Coop Liguria, titolare dell’1,8% del capitale, che candida Mauro Bruzzone e Fernando Pellegrini. La sua lista, ha spiegato il presidente Francesco Berardini, “si pone in continuità con il ruolo svolto nei precedenti cda in rappresentanza dell’economia sociale, dell’imprenditoria ligure e dei Soci di Coop Liguria, molti fra i quali sono anche piccoli azionisti e clienti di Banca Carige”.
Si attende che anche gli imprenditori Gabriele Volpi e Aldo Spinelli, a ruota, depositino, entro il termine di domenica, i loro nomi. “La presentiamo entro il 26”, ha ribadito l’ex presidente del Genoa.
Malacalza Investimenti, salito dal 20,6 al 23,9% nell’azionariato (puà arrivare al 28% secondo la Bce) ha alzato il velo sulla sua rosa di candidati: autorevoli, stimati dalle authority e con curricula di tutto rispetto, come Pietro Modiano (presidente), Lucrezia Reichlin (vice presidente), Salvatore Bragantini, Fabio Innocenzi (ad in pectore) e Lucia Calvosa. La lista, in cui non figura più lo stesso Vittorio Malacalza, punta a convogliare il consenso del flottante che si presenterà in assemblea.
A questo punto non resta che capire su chi punterà su Raffaele Mincione, che intende riproporre l’ad Paolo Fiorentino, scelto proprio da Malacalza per risollevare le sorti di Carige ma con cui l’azionista forte, Malacalza, è nettamente entrato in rotta di collisione sin dai tempi dell’aumento di capitale di fine 2017. Mincione, per raccogliere voti, batterà il tasto di una rapida fusione con un’altra banca, allo scopo di superare le fragilità che Carige ancora esprime. Il finanziere ufficialmente ha il 5,4% del capitale ma da tempo si mormora che sia salito all’8-9% e possa contare sul sostegno di altri fondi.
Le carte, entro domani sera, saranno tutte sul tavolo.