Genova. “Garassino fascista, sei il secondo della lista”, questa la frase sotto accusa comparsa in questi giorni in centro storico: una rima che “parafrasa” gli slogan delle Brigate Rosse contro Sossi, che comparivano sui muri della nostra città, e non solo, quarant’anni fa.
A denunciare il fatto lo stesso assessore alla Legalità Stefano Garassino attraverso un post su Facebook: “Minacce di morte a me e al nostro ministro e capitano Matteo Salvini. Noi andiamo avanti senza paura le brigate rosse sono state sconfitte prima dallo stato e poi dalla storia proprio da quelle masse popolari che ora sono con noi”.
Le scritte sono state ritrovate in Salita San Siro, sui muri di un palazzo storico e sulla chiesa.
Immediato il coro di solidarietà: oltre ai vari componenti della maggioranza, anche partito democratico e Lista Crivello hanno espresso vicinanza per le minacce e condanna del gesto.
Le scritte contro Garassino sembrano essere riconducibili alla polemica innescata dall’assessore in particolare con antagonisti e centri sociali che solo qualche giorno fa Garassino aveva definito “zecche” e aveva chiesto alla cgil di tenerli fuori dal corteo.
Sull’episodio indaga la Digos.